Corriere del Trentino

Il sindaco gay: adesso posso sposare Bruno

La coppia gay gardenese-trentina attende i decreti attuativi della legge Cirinnà

- Leone

Nozze imminenti per Moritz Demetz, sindaco di Santa Cristina Valgardena, e il compagno Bruno Ghezzi, trentino ma ormai da diversi anni trapiantat­o in Alto Adige. «Siamo due persone normali» dice la coppia che attende i decreti attuativi della legge Cirinnà.

BOLZANO Una lista di invitati, la scelta del luogo perfetto, dei progetti per il futuro: tutto ciò che solitament­e accompagna una coppia in procinto di celebrare la propria unione. Quella tra Moritz Demetz, sindaco di Santa Cristina Valgardena, e il suo compagno Bruno Ghezzi, trentino ma ormai da diversi anni trapiantat­o in Alto Adige, sarà una cerimonia come tante, ma forse un po’ più speciale, perché molto attesa, perché ancora appesa al filo della burocrazia, perché giunta dopo 15 anni di vita insieme in cui non sono mancate gioie e dolori. Eppure in questa coppia il coraggio e la voglia di andare avanti sembrano non mancare mai, e proprio un anno fa, Moritz, in procinto di candidarsi a sindaco di Santa Cristina, dichiarò pubblicame­nte di essere omosessual­e. Lo fece perché i cittadini avevano diritto di sapere, «per trasparenz­a spiegò allora anche se la mia condizione non è mai stata un mistero». A distanza di un anno, la scelta di ufficializ­zare la sua unione, ricorrendo a quello che dodici mesi fa sembrava un miraggio. Perché l’hanno aspettata con ansia la legge sulle unioni civili, Moritz e Bruno: «Due anni fa Moritz ha avuto una grave malattia, una meningite acuta: un momento duro e faticoso, aggravato dal fatto che nei diversi ospedali in cui siamo stati, in particolar­e in quello di Bressanone, io ho avuto molti problemi ad assistere il mio compagno. Per la legge io non ero nessuno, non facevo parte della famiglia, e dunque avere documenti o aggiorname­nti sulle sue condizioni era molto difficile. Solo a Innsbruck non ho avuto alcun problema. Quando poi Moritz è uscito dal coma, mi ha chiesto di sposarlo e io naturalmen­te ho detto di sì». All’epoca, però, di unioni civili ancora non si parlava e l’idea diventa quindi una cerimonia senza valore di legge dove però dirsi di sì davanti a parenti e amici. Poi la svolta, con l’approvazio­ne del ddl Cirinnà, «anche se io finchè non l’ho vista in Gazzetta Ufficiale non ci ho creduto», racconta Bruno. La battaglia, però sembra essere ancora lunga: perché Moritz e il suo compagno hanno già organizzat­o tutto e Santa Cristina, la loro comunità, è pronta per accogliere amici e familiari.

«Mancano però i decreti attuativi della legge — spiegano — e il rischio è che si vada ancora per le lunghe. Noi speriamo di poter festeggiar­e davvero per settembre, ma pensiamo che comunque questo sia solo un piccolo passo: non siamo avanti, siamo solo un po’ meno indietro rispetto agli altri Paesi».

Oltre tutte le difficoltà, Bruno però si sente ugualmente fortunato: «Qui in Valgardena non abbiamo mai subito discrimina­zioni. E poi noi abbiamo il nostro lavoro, gli amici, i nostri alti e bassi, come tutti: siamo, insomma, persone normali».

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(foto Rai) Uniti Il sindaco Moritz Demetz e Bruno Ghezzi nella loro casa

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