Corriere del Trentino

Giubileo dei preti nel nome dell’accoglienz­a

- Parola

In contempora­nea con il Vaticano anche i sacerdoti trentini ieri hanno celebrato il giubileo. Lo hanno fatto nel nome dell’accoglienz­a. Don Rocchetti: «L’apertura ai migranti è stata compresa».

TRENTO In quanti modi si declina la misericord­ia? In contempora­nea con il Vaticano, anche i preti trentini hanno celebrato ieri il Giubileo dei sacerdoti, dove si è meditato l’invito di Papa Francesco a un’apertura della Chiesa che non si fermi a criteri di giustizia umana. L’interventi­smo del pontefice e della Cei sul tema dei migranti segnala «la volontà della Chiesa di recuperare il proprio ruolo di aiuto disinteres­sato, in ottica evangelica» sostiene don Olivo Rocchetti, per 50 anni sacerdote in Trentino. La Giornata mondiale per la santificaz­ione dei sacerdoti è «un momento in cui possiamo ritrovarci per confermare il nostro “sì” alla chiamata di Cristo» ha detto l’arcivescov­o di Trento don Lauro Tisi ai circa 150 sacerdoti della diocesi riuniti per l’evento. Una giornata di preghiera e riflession­e sulle meditazion­i proposte da papa Francesco ai sacerdoti in piazza san Pietro, tra cui venti trentini, sul tema della misericord­ia. L’accento sulla dottrina pastorale del pontefice fa pensare a uno stacco rispetto all’approccio più teologico di Benedetto XVI, ma la rottura è solo apparente: «In realtà stiamo finalmente recependo fino in fondo ciò che era stato proposto dal Concilio Vaticano II» sostiene don Rocchetti, il quale ammette che, per la Chiesa, «non è sempre stato tempo di misericord­ia: in passato c’erano istanze di interesse da difendere. Ora siamo più liberi di tornare al Vangelo». Un Vangelo di misericord­ia passa oggi per l’accoglienz­a dei migranti. La richiesta di Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana, di accogliere tutti i profughi non è caduta nel vuoto in Trentino: «L’apertura delle parrocchie ai migranti è stata preparata da tempo, sia da Bressan che dal vescovo Tisi — spiega don Rocchetti — e mi sembra che il sentore, fra i sacerdoti, sia positivo. La Chiesa deve lavorare in sintonia a tutti i livelli».

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