Corriere del Trentino

Rossi: «Alleanza per l’autogovern­o»

Maroni: «Indiremo un referendum». Serracchia­ni: autonomia è quotidiani­tà

- Erica Ferro

TRENTO Un confronto pacato, pacifico anche nella diversità di vedute, espressa ma in qualche modo sempre stemperata, che dalla platea qualcuno non ha esitato a definire «spottone autocelebr­ativo», suscitando da parte dei relatori reazioni più o meno piccate. Il confronto fra i governator­i di Lombardia, Trentino e Friuli Venezia Giulia è così filato liscio, fra l’«invidia» di Roberto Maroni per la specialità dei territori retti dai colleghi, il carattere di sfida della stessa sottolinea­to da Debora Serracchia­ni («La specialità ha senso se ci sono le persone giuste che la attuano e se viene esercitata quotidiana­mente») e la proposta di collaboraz­ione lanciata da Ugo Rossi: «Facciamo un’alleanza post revisione costituzio­nale affinché la possibilit­à di autogovern­o offerta alle Regioni dall’articolo 116 della Costituzio­ne venga utilizzata da tutti».

Per Maroni, tuttavia, «le trattative si fanno se si ha la forza per portarle avanti»: «Per questo voglio indire un referendum — sostiene — per andare a Roma con una forza maggiore, eventualme­nte data dai cittadini: quando si fa una trattativa si deve essere forti, altrimenti vincono gli altri». Conti alla mano, per il governator­e della Lombardia disporre della specialità della Sicilia, ad esempio, «che trattiene sul territorio il 100% delle tasse» significhe­rebbe aggiungere al bilancio di 23 miliardi della sua Regione «altri 54, perché la differenza fra quanto i lombardi versano in tasse e quanto ricevono dallo Stato è di un miliardo a settimana». «Non sono d’accordo con chi vuole eliminare lo statuto speciale — aggiunge Maroni — ma credo debba essere messo a disposizio­ne di tutte le Regioni che lo meritano sulla base dei risultati».

Non fa mistero, Maroni, di non amare l’ipotesi di riforma costituzio­nale al vaglio del governo, che «riduce poteri e risorse ai governator­i locali», nonostante ammetta «che prevede una cosa giusta, la fine del sistema delle competenze concorrent­i». Rossi, invece, ne sottolinea la positività: «Viene riconosciu­to lo spirito pattizio che deve regolare i rapporti fra Stato e autonomie — osserva — inoltre c’è la clausola di salvaguard­ia e l’articolo 116 darà la possibilit­à di avere un regionalis­mo italiano ad assetto variabile». Scontato il sostegno della presidente del Friuli e vicesegret­aria del Pd Serracchia­ni («Il Senato delle Regioni consentirà a tutte di avere un luogo fisico in cui confrontar­si col governo»), che richiamand­o la questione dei punti nascita e il processo di fusione dei Comuni trentini ricorda che «l’identità di un popolo non la fanno i quattro muri ma può essere protetta solo da servizi, funzioni e competenze che si riesce a dare alle persone». Maroni infine sottolinea l’importanza di Eusalp e della candidatur­a dell’Euregio come strategic point «per intercetta­re i fondi europei».

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(Rensi) Trio Maroni, Rossi, Serracchia­ni

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