Rossi: «Alleanza per l’autogoverno»
Maroni: «Indiremo un referendum». Serracchiani: autonomia è quotidianità
TRENTO Un confronto pacato, pacifico anche nella diversità di vedute, espressa ma in qualche modo sempre stemperata, che dalla platea qualcuno non ha esitato a definire «spottone autocelebrativo», suscitando da parte dei relatori reazioni più o meno piccate. Il confronto fra i governatori di Lombardia, Trentino e Friuli Venezia Giulia è così filato liscio, fra l’«invidia» di Roberto Maroni per la specialità dei territori retti dai colleghi, il carattere di sfida della stessa sottolineato da Debora Serracchiani («La specialità ha senso se ci sono le persone giuste che la attuano e se viene esercitata quotidianamente») e la proposta di collaborazione lanciata da Ugo Rossi: «Facciamo un’alleanza post revisione costituzionale affinché la possibilità di autogoverno offerta alle Regioni dall’articolo 116 della Costituzione venga utilizzata da tutti».
Per Maroni, tuttavia, «le trattative si fanno se si ha la forza per portarle avanti»: «Per questo voglio indire un referendum — sostiene — per andare a Roma con una forza maggiore, eventualmente data dai cittadini: quando si fa una trattativa si deve essere forti, altrimenti vincono gli altri». Conti alla mano, per il governatore della Lombardia disporre della specialità della Sicilia, ad esempio, «che trattiene sul territorio il 100% delle tasse» significherebbe aggiungere al bilancio di 23 miliardi della sua Regione «altri 54, perché la differenza fra quanto i lombardi versano in tasse e quanto ricevono dallo Stato è di un miliardo a settimana». «Non sono d’accordo con chi vuole eliminare lo statuto speciale — aggiunge Maroni — ma credo debba essere messo a disposizione di tutte le Regioni che lo meritano sulla base dei risultati».
Non fa mistero, Maroni, di non amare l’ipotesi di riforma costituzionale al vaglio del governo, che «riduce poteri e risorse ai governatori locali», nonostante ammetta «che prevede una cosa giusta, la fine del sistema delle competenze concorrenti». Rossi, invece, ne sottolinea la positività: «Viene riconosciuto lo spirito pattizio che deve regolare i rapporti fra Stato e autonomie — osserva — inoltre c’è la clausola di salvaguardia e l’articolo 116 darà la possibilità di avere un regionalismo italiano ad assetto variabile». Scontato il sostegno della presidente del Friuli e vicesegretaria del Pd Serracchiani («Il Senato delle Regioni consentirà a tutte di avere un luogo fisico in cui confrontarsi col governo»), che richiamando la questione dei punti nascita e il processo di fusione dei Comuni trentini ricorda che «l’identità di un popolo non la fanno i quattro muri ma può essere protetta solo da servizi, funzioni e competenze che si riesce a dare alle persone». Maroni infine sottolinea l’importanza di Eusalp e della candidatura dell’Euregio come strategic point «per intercettare i fondi europei».