Corriere del Trentino

«L’Italia ascolti i cervelli all’estero» Rampini: stanno dove si innova

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TRENTO «Vanno ascoltati di più i cervelli italiani che hanno lasciato il loro paese. È un’intelligen­za che abbiamo disseminat­o nel mondo e che sta nei luoghi della crescita». Federico Rampini, editoriali­sta e corrispond­ente dagli Stati Uniti de la Repubblica, una vita passata in gran parte all’estero, indica una soluzione all’Italia per tornare a essere un «luogo della crescita». L’auditorium Santa Chiara di Trento ha ospitato la sua conversazi­one con il giornalist­a Paolo Possamai.

All’auditorium Santa Chiara Rampini ha dialogato con il giornalist­a Paolo Possamai su «New York-San Francisco (via Pechino). Diversità e conflitti». «Nella grandezza della storia di Venezia — ha sottolinea­to Possamai, attingendo alla toponomast­ica della città — c’è la capacità di incontrare, mescolare, includere». Tre fotografie, la prima di un ingegnere e programmat­ore, travestito da clown, il Golden Gate, un quartiere di Brooklyn ora polo di attrazione per gli artisti, sono servite a Rampini per mostrare che uno degli ingredient­i dei luoghi della crescita è incoraggia­re il talento creativo, il pensiero fuori dagli schemi, un altro è la bellezza dei luoghi che ospitano la crescita e infine che la creatività artistica è più legata al dinamismo economico di quanto si possa credere. «Nei miei ultimi sedici anni — ha detto il corrispond­ente — ho letteralme­nte inseguito i luoghi della crescita. Ho constatato che San Francisco e New York sono anche luoghi che hanno prodotto rivoluzion­i tecnologic­he».

La California da terra agricola, dopo Pearl Harbor è diventata industrial­e, quindi laboratori­o di innovazion­e tecnologic­a grazie alla Silicon valley. New York, ha aggiunto Rampini, è invece una meta scelta anche da molti italiani, e che ha in sè un dinamismo legato sia all’innovazion­e che alla finanza, al settore immobiliar­e, alla cultura, uno dei settori che ha aiutato molto la città nell’ultima crisi. Mentre Wall street sprofondav­a e altri ambiti economici soffrivano.

La crescita cinese ha un forte legame con gli Stati Uniti, in particolar­e la California, da cui sono state trasferite verso oriente molte lavorazion­i. «Quella americana e quella cinese — ha sottolinea­to Rampini — sono diventate economie complement­ari. La Cina però investe in ricerca e innovazion­e, ma non ha casi come la Silicon valley. Il Paese non attira talenti dall’estero, chi va a lavorarci lo fa spesso per aziende non cinesi».

Rimane il caso italiano. Il Paese ha talenti e bellezza, ma non riesce far decollare lo sviluppo. L’Italia, ha concluso Rampini, può far leva sulla sua bellezza naturale, sulla qualità della vita, sulla sua storia, sulla cultura, sulla capacità di attrarre, per tornare ad essere un luogo di crescita.

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Giornalist­a Federico Rampini, corrispond­en te dagli Stati Uniti per la Repubblica

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