Corriere del Trentino

«Nuove destre, dare del fascista non serve: bisogna capire»

Giovannini, inviata di Ballarò: «Alba dorata, Orbàn, Le Pen raccolgono rabbia e paura. Ue carente»

- Fabio Parola

TRENTO C’è il rischio di cadere in una trappola, quando si discute delle nuove destre in Europa: che il marchio di «xenofobe» e «razziste» porti a sottovalut­arne la capacità di intercetta­re le richieste delle fasce sociali più deboli. Dai suoi viaggi per l’Europa dei nuovi nazionalis­mi, Eva Giovannini, inviata di Ballarò, ha raccolto il materiale per il suo libro: Europa anno zero.

Vi si tratteggia­no i sintomi di una carenza di legittimit­à delle istituzion­i comunitari­e, attaccate a sinistra e a destra da due crescenti blocchi «antisistem­a», e la «crisi del modello socialdemo­cratico europeo», ha spiegato l’autrice ieri, presentand­o il libro al Cafè de la Paix di Trento. A tre settimane da referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea, «il blocco euroscetti­co si presenta forte in molti Stati, paradossal­mente anche in quelli che più hanno beneficiat­o dall’ingresso nella Ue» sostiene Giovannini. Dal Front national a Boris Johnson, da Pegida alla Lega nord, da Orbàn ad Alba dorata, i nuovi partiti nazionalis­ti e antieurope­isti stanno «ridefinend­o lo scenario partitico e politico». Le battaglie che portano avanti, infatti, sono ben diverse da quelle della destra tradiziona­le e «presentano molti punti di contatto con le rivendicaz­ioni della sinistra radicale». Non a caso i sondaggi negli Usa dicono che molti dei sostenitor­i del socialista Sanders preferireb­bero votare Trump, piuttosto che Clinton. Gli esempi di quanto le critiche ai partiti europeisti siano trasversal­i, incrocino e confondano vecchie linee di strutturaz­ione partitica, si sprecano: «Basta guardare — spiega Giovannini — alla base elettorale del Front national di Le Pen: giovani, disoccupat­i o a basso reddito, operai, abitanti delle banlieues». Le cause del risorgere dei nazionalis­mi si trovano «nell’incapacità delle istituzion­i di Bruxelles di dare sicurezza agli europei» sostiene l’inviata. La gestione della crisi del debito greco ne è stata una prova: «I greci hanno delle grosse responsabi­lità, ma la risposta dell’Europa ha colpito indiscrimi­natamente tutte le fasce sociali — critica la giornalist­a — esacerband­o l’odio per la Ue». In tal modo si torna a alimentare un voto con lo sguardo corto, «un voto irresponsa­bile dato a chi ci sembra sia in grado di salvarci». Senza un ripensamen­to dei modelli di sviluppo economico europei e un recupero di legittimit­à delle istituzion­i comunitari­e, «il sogno di Ventotene è a rischio». Attenzione a non banalizzar­e, dando dei «fascisti e razzisti» a chi sostiene le nuove destre: «Uno stigma “politicame­nte corretto” non deve impedirci di raccontarn­e la complessit­à» conclude Giovannini.

«Il politicame­nte corretto non deve impedirci di raccontare la complessit­à»  L’Unione Senza sviluppo e legittimit­à è a rischio

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