Marangoni, l’aut-aut provoca i sindacati Cgil: «Il piano non ha nulla di sociale»
I Cobas respingono: «La Provincia intervenga velocemente»
TRENTO Sindacati spiazzati all’aut-aut spedito l’altra sera da Massimo De Alessandri, ad del gruppo Marangoni. In sostanza l’azienda chiede alle sigle di firmare l’ipotesi «leggera», con contratto di solidarietà e una settantina di esuberi, altrimenti scattano 120 licenziamenti. Franco Ianeselli, segretario generale Cgil, reagisce: «Così non si risolve la faccenda. Cercheremo un fronte unito nelle assemblee, ma il piano deve essere molto più approfondito». Giovanni La Spada dei Cobas è arrabbiato: «Respingiamo la proposta».
Sul Corriere del Trentino di ieri la lettera con cui De Alessandri ha messo all’angolo i sindacati. La mossa prende origine dal fatto che nell’ultimo incontro le sigle hanno minacciato di non sottoscrivere l’accordo, in ogni caso peggiorativo per i dipendenti. L’ipotesi leggera prevede 48 esuberi nel 2016 più 20 nel 2017, mobilità volontaria, un anno di contratto di solidarietà per gli altri. Quella pesante 120 licenziamenti (80 nel 2016 e 40 nel 2017). In entrambi i casi l’integrativo passa da fisso a variabile, con una stima di 2-3000 euro persi all’anno per ogni dipendente. Perché non vogliono firmare? Perché tutto quello che è stato accettato negli ultimi tre anni ha fatto perdere la faccia e molti iscritti ai sindacati. La stessa Cobas, che si è avvantaggiata della cosa entrando in Rsu con una posizione di maggioranza (allo stesso livello della Femca Cisl), teme di fare la medesima fine.
Ianeselli ragiona: «In questi anni è stata minata la fiducia fra lavoratori e azienda, ma anche fra lavoratori e sindacato. L’azienda non ha mantenuto la parola. Certo, l’ipotesi della solidarietà è migliore, ma non c’è nulla sul fronte sociale. Cgil, Cisl e Uil sono in grado di fare scelte difficili e poi di prendersi gli insulti. Ma ora il contesto è diverso. Cerchiamo un mandato forte dai lavoratori in assemblea, ma poi sul piano “leggero” si dovrà discutere ancora».
La Spada (Cobas) ricorda il pronunciamento del consiglio provinciale: «Dopo questo autaut è ancor più necessario che la Provincia si esponga sulla revisione del lease-back. Il 10 giugno è vicino». «Per noi sarebbe prioritario togliere di mezzo gli esuberi, attivare la solidarietà per tutti e poi tracciare l’iter».