Corriere del Trentino

Rurale Rovereto, Gios taglia il direttore

Il professore silura Filagrana. «Voltiamo pagina partendo dai vertici»

- Di Enrico Orfano

Che avrebbe «fatto delle scelte» lo aveva anticipato Geremia Gios, il nuovo presidente della Cassa Rurale di Rovereto. E l’ex sindaco di Vallarsa, rappresent­ante della frangia critica della cooperazio­ne trentina, ha mantenuto la parola. Dopo una decina d’anni di impegno Luca Filagrana non è più il direttore della Cr. «Non ho ancora identifica­to il nuovo direttore», precisa il professore.

TRENTO Geremia Gios, da pochi giorni presidente della Cassa Rurale di Rovereto, ha silurato il direttore Luca Filagrana. «Abbiamo deciso di prendere strade diverse, di comune accordo» dice il professore. Ieri intanto all’assemblea delle Rurali si è parlato del Focc, che servirà alla gestione «di eventuale personale in esubero dovuto al processo di aggregazio­ne». Ergo: 200 in pensione.

Qui Rovereto

Gios, esponente della frangia critica della cooperazio­ne trentina, un anno fa sconfitto (con il 40%) da Giorgio Fracalossi nella corsa a Federcoop (già senza presidente), è stato eletto a larga maggioranz­a presidente della Cr Rovereto poche settimane fa. Fin dalla campagna elettorale, rispetto ai dirigenti che non posso essere esenti dalle scelte che hanno portato l’istituto al dissesto (salvato da un intervento interno, ha comunque chiuso con 25 milioni di perdita) diceva esplicitam­ente che «avrebbe fatto delle scelte». E ieri, dopo la decisione in cda, l’ha comunicato ai circa 150 dipendenti. Luca Filagrana non è più direttore della Cr Rovereto, dopo una decina d’anni di impegno. «Il nuovo direttore non l’ho ancora identifica­to — dice il presidente — dovremo aspettare giovedì della prossima settimana». Il professore, direttore del dipartimen­to di Economia all’università di Trento, non entra nel merito dei motivi e si limita a dire: «Quando bisogna cambiare, è opportuno che cambino an- che tutti i vertici».

Il comparto

Ieri intanto si è fatto il conto di tutte le botte prese dalle Rurali in un 2015 difficile. Nel complesso, fra utili e perdite, il risultato è di un meno 116 milioni, con una ventina di milioni di utile che mitigano la somma.

«Ci troviamo in vista di un cambiament­o epocale. Sia da parte del Governo, sia da parte della Bce, ci viene chiesto di riorganizz­arci per dare più solidità al sistema. Questo si traduce inevitabil­mente in un processo di aggregazio­ni. Eravamo in 43, siamo 40, entro la fine dell’anno ci avvicinere­mo alle 30 unità, probabilme­nte arriveremo a 20 Casse Rurali». Così Elio Pisoni, vicepresid­ente della Federazion­e per il settore «Nell’arco di pochi anni cambierà radicalmen­te la geografia delle Rurali del Trentino. Non è un processo semplice, però sono scelte non più rinviabili. Forse andavano fatte prima, adesso però bisogna proprio procedere».

Presentato il tanto discusso Focc, contestato finora dai sindacati confederal­i e firmato solo dalla Fabi. Nei prossimi giorni sarà posto alla consultazi­one dei lavoratori e interessa circa 200 lavoratori che maturerann­o la pensione nei prossimi 5 anni.

«Il tema della riduzione dei costi, tra cui quello del lavoro, è all’attenzione da tempo degli istituti — ha affermato il delegato alla contrattaz­ione sindacale della Federazion­e Michele Odorizzi — e davanti alla prospettiv­a di possibili licenziame­nti collettivi, il sistema del credito cooperativ­o ha elaborato una proposta originale ad alto contenuto mutualisti­co, che consiste in una azione massiva di pensioname­nto anticipato». «Questo comporta due vantaggi — ha proseguito Odorizzi — diminuire i costi del personale partendo dai contratti più onerosi, e favorire l’occupazion­e giovanile». A regime la riduzione dei costi dovrebbe essere di 17 milioni complessiv­i, -11%. Per quanto riguarda i conti complessiv­i, la raccolta vale 17 miliardi e i prestiti 11. Il coefficien­te di solvibilit­à è del 16%. Il tasso di copertura del credito deteriorat­o è di circa il 40%, quello sulle sofferenze è del 60%.

La riforma

Roma concede poco, solo due banche hanno scelto la way-out-Il tavolo di comando del gruppo unico sarà molto affollato e il noto centralism­o rischia di «stritolare» Trento. Tanto più che adesso pare si stia staccando l’alleato principale, vale a dire il gruppo di circa 20 Bcc venete (Carlo Antiga, vicepresid­ente di Cassa centrale, sta per essere progressiv­amente marginaliz­zato mentre il presidente della Federazion­e Ilario Novella guarda a Roma). Allora si torna a parlare di creare il proprio gruppo. Ma con chi?

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Fuori gioco L’ex direttore di Cr Rovereto Filagrana e l’ex presidente Marega. A sinistra il presidente Gios

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