Rurale Rovereto, Gios taglia il direttore
Il professore silura Filagrana. «Voltiamo pagina partendo dai vertici»
Che avrebbe «fatto delle scelte» lo aveva anticipato Geremia Gios, il nuovo presidente della Cassa Rurale di Rovereto. E l’ex sindaco di Vallarsa, rappresentante della frangia critica della cooperazione trentina, ha mantenuto la parola. Dopo una decina d’anni di impegno Luca Filagrana non è più il direttore della Cr. «Non ho ancora identificato il nuovo direttore», precisa il professore.
TRENTO Geremia Gios, da pochi giorni presidente della Cassa Rurale di Rovereto, ha silurato il direttore Luca Filagrana. «Abbiamo deciso di prendere strade diverse, di comune accordo» dice il professore. Ieri intanto all’assemblea delle Rurali si è parlato del Focc, che servirà alla gestione «di eventuale personale in esubero dovuto al processo di aggregazione». Ergo: 200 in pensione.
Qui Rovereto
Gios, esponente della frangia critica della cooperazione trentina, un anno fa sconfitto (con il 40%) da Giorgio Fracalossi nella corsa a Federcoop (già senza presidente), è stato eletto a larga maggioranza presidente della Cr Rovereto poche settimane fa. Fin dalla campagna elettorale, rispetto ai dirigenti che non posso essere esenti dalle scelte che hanno portato l’istituto al dissesto (salvato da un intervento interno, ha comunque chiuso con 25 milioni di perdita) diceva esplicitamente che «avrebbe fatto delle scelte». E ieri, dopo la decisione in cda, l’ha comunicato ai circa 150 dipendenti. Luca Filagrana non è più direttore della Cr Rovereto, dopo una decina d’anni di impegno. «Il nuovo direttore non l’ho ancora identificato — dice il presidente — dovremo aspettare giovedì della prossima settimana». Il professore, direttore del dipartimento di Economia all’università di Trento, non entra nel merito dei motivi e si limita a dire: «Quando bisogna cambiare, è opportuno che cambino an- che tutti i vertici».
Il comparto
Ieri intanto si è fatto il conto di tutte le botte prese dalle Rurali in un 2015 difficile. Nel complesso, fra utili e perdite, il risultato è di un meno 116 milioni, con una ventina di milioni di utile che mitigano la somma.
«Ci troviamo in vista di un cambiamento epocale. Sia da parte del Governo, sia da parte della Bce, ci viene chiesto di riorganizzarci per dare più solidità al sistema. Questo si traduce inevitabilmente in un processo di aggregazioni. Eravamo in 43, siamo 40, entro la fine dell’anno ci avvicineremo alle 30 unità, probabilmente arriveremo a 20 Casse Rurali». Così Elio Pisoni, vicepresidente della Federazione per il settore «Nell’arco di pochi anni cambierà radicalmente la geografia delle Rurali del Trentino. Non è un processo semplice, però sono scelte non più rinviabili. Forse andavano fatte prima, adesso però bisogna proprio procedere».
Presentato il tanto discusso Focc, contestato finora dai sindacati confederali e firmato solo dalla Fabi. Nei prossimi giorni sarà posto alla consultazione dei lavoratori e interessa circa 200 lavoratori che matureranno la pensione nei prossimi 5 anni.
«Il tema della riduzione dei costi, tra cui quello del lavoro, è all’attenzione da tempo degli istituti — ha affermato il delegato alla contrattazione sindacale della Federazione Michele Odorizzi — e davanti alla prospettiva di possibili licenziamenti collettivi, il sistema del credito cooperativo ha elaborato una proposta originale ad alto contenuto mutualistico, che consiste in una azione massiva di pensionamento anticipato». «Questo comporta due vantaggi — ha proseguito Odorizzi — diminuire i costi del personale partendo dai contratti più onerosi, e favorire l’occupazione giovanile». A regime la riduzione dei costi dovrebbe essere di 17 milioni complessivi, -11%. Per quanto riguarda i conti complessivi, la raccolta vale 17 miliardi e i prestiti 11. Il coefficiente di solvibilità è del 16%. Il tasso di copertura del credito deteriorato è di circa il 40%, quello sulle sofferenze è del 60%.
La riforma
Roma concede poco, solo due banche hanno scelto la way-out-Il tavolo di comando del gruppo unico sarà molto affollato e il noto centralismo rischia di «stritolare» Trento. Tanto più che adesso pare si stia staccando l’alleato principale, vale a dire il gruppo di circa 20 Bcc venete (Carlo Antiga, vicepresidente di Cassa centrale, sta per essere progressivamente marginalizzato mentre il presidente della Federazione Ilario Novella guarda a Roma). Allora si torna a parlare di creare il proprio gruppo. Ma con chi?