Le novità della legge: chiamata diretta, settimana corta, alternanza con il lavoro
TRENTO Obiettivo: una scuola più «autonoma», dall’offerta formativa maggiormente qualificata, in cui si «valorizzi il capitale umano». Una razionalizzazione compiuta all’insegna di «semplificazione e trasparenza». Queste le linee d’azione previste dal disegno di legge in materia di scuola che ha avuto il via libera da parte della giunta provinciale e che si appresta ad arrivare in consiglio tra le critiche dei sindacati e l’ostruzionismo dell’opposizione (nonostante gli emendamenti già avvenuti, tra cui quelli di Rossi). Reclutamento dei docenti, interdisciplinarietà, riorganizzazione dei tempi delle lezioni, overlapping con il mondo del lavoro: questi in concreto gli ambiti interessati dalle novità. In particolare l’approvazione della riforma porterebbe con sé un nuovo ruolo per i dirigenti scolastici che, coerentemente con il progetto d’istituto, potrebbero proporre ai docenti di ruolo incarichi triennali. Gli insegnanti saranno in quest’ottica, dal 2017, assegnati non più a una cattedra, ma a un ambito territoriale. Il ddl introduce poi «l’articolazione modulare dell’orario scolastico» e insegnamenti interdisciplinari. Punta alla formazione di giovani consapevoli: perciò fa del progetto d’istituto elemento identificativo della scuola. A contrastare la dispersione dovrà servire, nelle intenzioni, l’orientamento. Il tempo della scuola sarà su cinque giorni dal 2018; verrà poi consolidata l’alternanza con il mondo del lavoro. Ancora: sono previsti sistemi di valutazione dell’attività dei docenti e lo stanziamento di un fondo di due milioni per la valorizzazione del merito. A ciò si aggiungeranno l’elaborazione di un piano per la scuola digitale e la nascita di un portale unico della scuola. Obiettivo: una «buona scuola», insomma. «Non solo nel nome» l’auspicio di molti.