Stelvio, ambientalisti contro il disegno di legge «Troppo localismo, pronti a ricorrere al Tar»
L’osservatorio: «Agonia di un parco sospeso, con una governance fallimentare»
TRENTO «Da cinque anni assistiamo all’agonia di un parco nazionale sospeso. Oggi il parco dello Stelvio non è niente di niente». Damiano Di Simine, della segreteria di Legambiente, ha sintetizzato ieri in poche, aspre parole il pensiero delle associazioni ambientaliste sulla situazione dello Stelvio. Nella sede trentina di Legambiente, Italia Nostra e Fai, le dieci realtà riunite nell’ «Osservatorio sul parco nazionale dello Stelvio» (ne fanno parte Cai, Cts, Fai, Pro natura, Italia nostra, Legambiente, Lipu, Mountain wilderness, Touring club e Wwf) hanno ribadito i loro timori sul futuro dell’area protetta. Guardando con preoccupazione anche al disegno di legge che approderà in consiglio provinciale a luglio: un documento licenziato dalla terza commissione senza tenere in considerazione, se non in minima parte — hanno chiarito —, le osservazioni predisposte dall’osservatorio. «Il disegno di legge — hanno precisato gli ambientalisti — non garantisce una governance unitaria, autorevole e dotata di piena autonomia dell’area protetta. Riduce l’apporto del ministero dell’ambiente a un ruolo notarile. Fa prevalere gli interessi localistici sulla vocazione nazionale e internazionale del parco». E, ancora, prevede la presenza marginale di associazioni e l’assenza della componente scientifica nel comitato provinciale di coordinamento e indirizzo. «Se questi vizi non verranno modificati dal consiglio provinciale — è stato l’avvertimento — siamo pronti a rivolgerci al Tar, sollevando anche eccezioni di costituzionalità». Un monito lanciato non solo al Trentino, ma anche a Lombardia e Alto Adige.
«Oggi — ha sottolineato Claudio Bassetti, presidente Sat — la scommessa è fortemente perdente, anche a carattere generale». «Con questo disegno di legge — ha rincarato la dose Luigi Casanova (Mountain wilderness) — la Convenzione delle Alpi viene offesa. Le nostre richieste sono state ignorate». «Le difficoltà sulla governance del parco — ha concluso Claudio Gelada (Lipu) — sono lo specchio della mancanza di visione generale su quest’area».