Il sistema fortificato del Tirolo Lavoro ventennale di Fontana
Marzatico: grandissimo contributo storico-archivistico
Di militarizzazione delle frontiere in Tirolo si è scritto e si scrive, a maggior ragione, anche oggi. Poche opere, però, hanno la completezza e la monumentalità del libro di Nicola Fontana: La regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo. Presentato ieri alla stampa (oggi si replica con una presentazione pubblica al Museo storico della guerra di Rovereto, ore 17.30), il volume di Fontana è frutto di un lavoro quasi ventennale di raccolta e analisi di fonti storiche e archivistiche austriache e trentine.
Non si tratta, tuttavia, di un’opera che parli di guerra: l’autore si concentra «sull’impatto sociale, economico e paesaggistico del sistema di fortificazioni creato dall’inizio dell’Ottocento», spiega Franco Marzatico, sovrintendente provinciale per i beni artistici.Il volume è stato commissionato dal Museo storico della guerra di Rovereto, di cui Fontana è responsabile archivistico.
Diviso in tre sezioni, per un totale di circa 700 pagine, analizza il sistema di opere di fortificazione permanente che l’impero austroungarico volle edificare in Tirolo a partire dalla pace di Luneville del 1801, dopo la sconfitta austriaca contro l’esercito francese nella battaglia di Marengo. Con un decisivo impulso al termine delle guerre napoleoniche, la militarizzazione della regione proseguì ininterrottamente fino allo scoppio del primo conflitto mondiale. L’opera di Fontana approfondisce aspetti meno noti del processo di pianificazione e edificazione del sistema fortificato tirolese. La nascita e lo sviluppo dei forti, sostiene l’autore, va infatti analizzata svincolandosi da «una interpretazione tradizionale basata su aspetti storico-militari e architettonici». Per ciò Fontana sceglie di prediligere «la dimensione sociale e politica sulla quale i forti hanno inciso in maniera non trascurabile». La creazione della «regione fortezza, infatti, comportò un cambio di mentalità del genio militare asburgico, toccò l’iter amministrativo e burocratico ed ebbe ricadute importanti sulle popolazioni del territorio e la loro economia».
La militarizzazione di una zona di frontiera come il Tirolo, sottolinea Marzatico, «provocò diversi attriti fra la popolazione e l’esercito: diverse zone erano interdette al transito e alla coltivazione, il bestiame andava spostato durante le manovre militari, il turismo era impedito per proteggere la segretezza delle strutture dalle spie straniere». Nel libro, inoltre, vengono presentati dati riguardo i costi di edificazione, le imprese che lavorarono alla realizzazione e la provenienza della manodopera, in parte anche di provenienza straniera. «Sicuramente non è un libro di divulgazione — chiarisce Marzatico — né è stato pensato in quel modo. Tuttavia Fontana riesce a descrivere dettagliatamente e con completezza senza scadere nel tecnicismo e nella verbosità. Il suo è un grandissimo un contributo storico-archivistico».