Corriere del Trentino

«Tragedia immensa Doneremo il premio»

Birarelli e compagni: 50.000 euro

- Dafne Roat

Il capitano della nazionale italiana di pallavolo Emanuele Birarelli, ex giocatore di punta della Trentino Volley, nel momento in cui si è verificata la scossa principale si trovava nella sua casa di Senigallia con il suocero, la moglie Elena e la figlia (tutti trentini). «Mi sono svegliato di colpo, si muoveva tutto» racconta.

Era passato un giorno dal suo rientro da Rio de Janeiro, dove ha conquistat­o l’argento alle Olimpiadi. Ora con i compagni di squadra, tra cui Simone Giannelli, Filippo Lanza, Oleg Antonov e Massimo Colaci, ha deciso di donare in beneficien­za alle vittime del sisma i 50.000 euro ricevuti dalla fondazione Agnelli.

TRENTO «Mi sono svegliato di colpo. Si muoveva tutto». Era tornato da Rio de Janeiro con al collo l’argento olimpico da appena ventiquatt­ro ore quando si è scatenato l’inferno nel centro Italia per il devastante terremoto che ha raso al suolo alcuni paesi del Lazio e delle Marche, regione «madre» del numero uno della nazionale di volley. Emanuele Birarelli si trovava nella sua casa di Senigallia insieme al suocero trentino, la moglie Elena è di Trento, e alla figliolett­a più piccola.

Il campione olimpico, per anni, fino al 2015, giocatore di punta della Trentino Volley, non nasconde la paura degli attimi vissuti dopo la violenta scossa del 24 agosto, soprattutt­o per la figlia piccola che era sul letto accanto a lui. E ora, insieme ai compagni di squadra, tra cui il bolzanino Simone Giannelli, Filippo Lanza, Oleg Antonov e Massimo Colaci, della Trentino volley, ha deciso di donare i 50.000 euro ricevuti dalla Fondazione Agnelli per i terremotat­i.

Il 24 agosto è una data che resterà impressa nel cuore di tutti, la terra ha iniziato a tremare e la violenta scossa dell’altra notte ha seminato solo distruzion­e. Come ha vissuto queste ore? Era a casa ?

«Ero appena tornato da Rio de Janeiro, ero nella mia casa di Senigallia insieme a mio suocero. Ho sentito distintame­nte la scossa di terremoto, si muoveva tutto e mi sono svegliato di colpo».

Siete usciti dalla casa?

«Mio suocero si è subito affacciato alla finestra e ha visto che non c’era nessuno. Poi ho atteso, sono rimasto sveglio e ho iniziato a controllar­e i siti in internet per avere notizie e capire dov’era l’epicentro. Ero un po’ allarmato per mia figlia piccola che era sul letto, dopo un po’ di tempo ho saputo che l’epicentro della violenta scossa era distante da noi».

Quindi si è tranquilli­zzato. Ci sono stati danni lì a Senigallia?

«Per fortuna non ci sono stati danni e neppure feriti, ma è difficile non pensare all’immensa tragedia che stanno vivendo tutte quelle famiglie che hanno perso tutto. Siamo vicini a tutti loro, è una tragedia immensa. Sto seguendo di ora in ora tutti i telegiorna­li per gli aggiorname­nti. Di fronte a una tragedia così grande è davvero difficile dire qualcosa, ma nel nostro piccolo, come capitano della nazionale, voglio esprimere la mia personale vicinanza a tutte queste famiglie e vogliamo donare i soldi che la Fondazione Agnelli ha dato alla squadra ai terremotat­i. Il nostro pensiero va a tutte queste popolazion­i, a chi ha perso tutto e sta soffrendo».

La Fondazione Agnelli ha assegnato alla squadra 50.000 euro.

«Si, la Fondazione in occasione del cinquanten­ario ha deciso di mettere a disposizio­ne per 3 atleti (o squadre) le stesse cifre stanziate dal Comitato Olimpico a Rio 2016, un’iniziativa mirata per promuovere i valori dello sport nelle scuole. Noi, grazie al voto dei tifosi italiani, abbiamo preso la medaglia di bronzo. Ma in concerto con tutta la squadra abbiamo deciso di donare la somma alle popolazion­i dell’Umbria, Lazio e Marche, per il post terremoto. So che la stessa Fondazione ha deciso di donare 150.000 euro».

Un gesto generoso da parte vostra.

«È una piccola cosa, so che la cifra non è enorme, ma come nazionale abbiamo voluto fare qualcosa per tutte queste persone che stanno soffrendo. Questo è un momento particolar­e per il nostro Paese, mi ha fatto piacere che quello che abbiamo fatto a Rio ha emozionato anche la gente a casa, ma quello che è successo in questi giorni non ci può lasciare indifferen­ti e con questo piccolo gesto abbiamo voluto dare un nostro piccolo contributo a tutte queste famiglie che sono state private di tutto».

«È un piccolo gesto, questa tragedia immensa non può lasciarci indifferen­ti»

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Addolorato Il capitano Emanuele Birarelli

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