Rifiuti trentini abbandonati Cismon attacca «Gravi danni»
Il sindaco: «Vengono e abbandonano i sacchi. Un costo aggiuntivo che pesa»
Sul bilancio del comune vicentino di Cismon del Grappa pesa anche lo smaltimento di rifiuti trentini e bellunesi. Alcuni cittadini delle due province confinanti scaricano infatti l’immondizia nei suoi cassonetti o lungo le strade per non pagare meno contributi. L’amministrazione è intervenuta, ma l’obiettivo è di arrivare a una tassazione legata alla produzione.
TRENTO Sacchi neri chiusi con un nodo, giocattoli rotti, pezzi di elettrodomestici. Rifiuti abbandonati nelle piazzole di sosta lungo la strada statale 47, la Valsugana. Basta oltrepassare il confine con il Veneto per trovarli in abbondanza. «Colpa di quelli che si credono più furbi degli altri» commenta Luca Ferazzoli, sindaco di Cismon del Grappa. Un piccolo paese dove la tassa per lo smaltimento dei rifiuti non si paga ancora in base alla quantità prodotta, come accade invece nei comuni confinanti, bellunesi e trentini. Parte di quell’immondizia arriva proprio da lì: dovendo pagare i contributi in relazione agli svuotamenti, qualcuno cerca di «alleggerirsi» scaricando a Cismon lo smaltimento della propria immondizia. Tonnellate di scarti, a fine anno, che per essere trattati richiedono l’esborso da parte del comune vicentino di decine di migliaia di euro.
«C’è chi per lavoro percorre qualche chilometro lungo la Valsugana, oltrepassando i confini comunali, e porta con sé i propri rifiuti per gettarli nei nostri cassonetti o, peggio, lungo la strada» spiega il sindaco Ferazzoli. Ma ci sono anche aziende vicentine «che scaricano nelle piazzole per non recarsi agli ecocentri», continua il primo cittadino. Un fenomeno che prosegue da tempo e contro il quale a Cismon del Grappa si sono organizzati con i controlli delle forze dell’ordine, interventi che hanno portato anche all’elevazione di alcune contravvenzioni. «Mai nei confronti di cittadini trentini» chiarisce il sindaco, il quale però aggiunge: «Però qui ci conosciamo tutti e sappiamo che ci sono quelli che lo fanno». A conferma dei buoni rapporti esistenti tra le istituzioni, Ferazzoli sottolinea che «a elevare le multe sono agenti trentini della polizia locale» sulla base di un accordo sottoscritto tra il Comune di Cismon e la Comunità di valle.
Nemmeno colpire i portafogli di quei «furbetti», come li definisce Ferazzoli, è servito però a eliminare il problema. I rifiuti continuano a essere gettati nelle piazzole di sosta oppure, «dopo aver divelto i lucchetti», c’è chi si prende la briga di inserirli nei cassonetti del comune vicentino. La contromossa del sindaco è stata quella di avviare la raccolta porta a porta nel centro del paese, con l’obiettivo di ridurre il più possibile il numero di cassonetti presenti sulle strade. Adesso si pensa all’installazione di compattatori accessibili solo attraverso l’utilizzo di una tessera personalizzata. L’obiettivo, però, resta quello di adeguarsi alle pratiche attuate dai comuni limitrofi.
«Non ho nessuna critica né richiesta da rivolgere alle amministrazioni bellunesi e trentine» chiarisce Ferazzoli, che imputa tutta la responsabilità allo scarso senso civico dei singoli individui. «Ciò a cui anche noi vogliamo arrivare è la tariffa in base allo svuotamento — prosegue il sindaco — Attraverso una tassa calcolata in base alla quantità di rifiuti prodotti si ha inoltre la possibilità di essere più giusti, più equi nei confronti dei cittadini».