Ente camerale Bort tranquillo «Siamo pronti»
Il presidente trentino: pronti da tempo. Lo Bello: inizia una nuova fase
Il governo ha emanato il decreto attuativo di riforma, ma il presidente trentino Gianni Bort assicura: «Per noi cambierà poco». Il numero di enti si riduce, ma Trento non si fonderà con Bolzano.
TRENTO Il primo passo verso la riforma delle Camere di commercio è stato compiuto. A muoverlo è stato giovedì sera il governo che nella seduta del Consiglio dei ministri ha varato, in via preliminare, il decreto attuativo per la riforma degli enti camerali. Un provvedimento che secondo il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, consentirà «importanti risultati in termini di efficienza, razionalizzazione e risparmio per le imprese».
«È vero che il decreto attuativo ridisegna le funzioni delle Camere di commercio» ha ammesso il presidente dell’ente camerale trentino Gianni Bort, il quale ha però anche ricordato che «Trento e Bolzano si stanno già occupando da tempo della riorganizzazione». Ma non solo. La Regione ha infatti competenze primarie sulle Camere di commercio, ed è infatti con essa che «dovremo fare i conti noi». Il tutto, comunque, nel momento in cui il testo sarà definitivo.
Il provvedimento emanato ieri dal Cdm ha come primo obiettivo quello di ridurre del 40% il numero degli enti camerali, portandoli da 105 a 60. Gli accorpamenti avverranno sulla base di due vincoli. Il primo: dovrà esserci almeno una Camera di commercio per Regione, Provincia autonoma e Città metropolitana. Il secondo: andranno accorpate quelle con meno di 75.000 imprese iscritte. Sotto l’aspetto finanziario, vengono confermati il taglio del 50% del diritto annuale e l’impossibilità di aumento locale fino al 20%. In via Calepina si passerà dunque dai 9 milioni di euro del 2014 ai 4,5 milioni del 2017. Tale riduzione comporterà inoltre un riordino della governance. Per gli enti con 80.000 o meno imprese iscritte, la giunta dovrà essere composta da 6 membri, compreso il presidente, mentre il consiglio, che a Trento conta ora 48 componenti, sarà formato da 16 rappresentanti. Incarichi che, altra novità, saranno gratuiti.
Il decreto introduce infine nuove funzioni, anche se Bort ha ricordato come le Camere di commercio di Trento e Bolzano siano già adeguate sotto molti aspetti, «in primo luogo per quanto riguarda l’internazionalizzazione». Ciò è dovuto al fatto che per gli enti trentino e altoatesino il riferimento è dato dall’accordo programmatico con i governi locali, e di conseguenza le novità indirette introdotte dalla riforma non sono attuative ma dipendono dal recepimento da parte delle Province. «Nel nostro caso i cambiamenti sono contenuti» commenta Bort, il quale sottolinea poi che «l’iter è ancora lungo». Il processo prevede infatti che i decreti passino all’esame delle commissioni parlamentari, del Consiglio di Stato e della Conferenza Stato Regioni per i previsti pareri. Poi torneranno in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.
«Quello di ieri (giovedì, ndr) è un passaggio determinante di un percorso iniziato due anni fa dopo il taglio del diritto camerale — commenta il presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello — Un provvedimento che chiude una fase di incertezza della vita del sistema camerale italiano e ne apre una del tutto nuova». Secondo Lo Bello, «il governo ha assecondato il percorso di rinnovamento del sistema camerale lasciando una dose di flessibilità nelle modalità organizzative».