Corriere del Trentino

Ente camerale Bort tranquillo «Siamo pronti»

Il presidente trentino: pronti da tempo. Lo Bello: inizia una nuova fase

- Andrea Rossi Tonon

Il governo ha emanato il decreto attuativo di riforma, ma il presidente trentino Gianni Bort assicura: «Per noi cambierà poco». Il numero di enti si riduce, ma Trento non si fonderà con Bolzano.

TRENTO Il primo passo verso la riforma delle Camere di commercio è stato compiuto. A muoverlo è stato giovedì sera il governo che nella seduta del Consiglio dei ministri ha varato, in via preliminar­e, il decreto attuativo per la riforma degli enti camerali. Un provvedime­nto che secondo il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, consentirà «importanti risultati in termini di efficienza, razionaliz­zazione e risparmio per le imprese».

«È vero che il decreto attuativo ridisegna le funzioni delle Camere di commercio» ha ammesso il presidente dell’ente camerale trentino Gianni Bort, il quale ha però anche ricordato che «Trento e Bolzano si stanno già occupando da tempo della riorganizz­azione». Ma non solo. La Regione ha infatti competenze primarie sulle Camere di commercio, ed è infatti con essa che «dovremo fare i conti noi». Il tutto, comunque, nel momento in cui il testo sarà definitivo.

Il provvedime­nto emanato ieri dal Cdm ha come primo obiettivo quello di ridurre del 40% il numero degli enti camerali, portandoli da 105 a 60. Gli accorpamen­ti avverranno sulla base di due vincoli. Il primo: dovrà esserci almeno una Camera di commercio per Regione, Provincia autonoma e Città metropolit­ana. Il secondo: andranno accorpate quelle con meno di 75.000 imprese iscritte. Sotto l’aspetto finanziari­o, vengono confermati il taglio del 50% del diritto annuale e l’impossibil­ità di aumento locale fino al 20%. In via Calepina si passerà dunque dai 9 milioni di euro del 2014 ai 4,5 milioni del 2017. Tale riduzione comporterà inoltre un riordino della governance. Per gli enti con 80.000 o meno imprese iscritte, la giunta dovrà essere composta da 6 membri, compreso il presidente, mentre il consiglio, che a Trento conta ora 48 componenti, sarà formato da 16 rappresent­anti. Incarichi che, altra novità, saranno gratuiti.

Il decreto introduce infine nuove funzioni, anche se Bort ha ricordato come le Camere di commercio di Trento e Bolzano siano già adeguate sotto molti aspetti, «in primo luogo per quanto riguarda l’internazio­nalizzazio­ne». Ciò è dovuto al fatto che per gli enti trentino e altoatesin­o il riferiment­o è dato dall’accordo programmat­ico con i governi locali, e di conseguenz­a le novità indirette introdotte dalla riforma non sono attuative ma dipendono dal recepiment­o da parte delle Province. «Nel nostro caso i cambiament­i sono contenuti» commenta Bort, il quale sottolinea poi che «l’iter è ancora lungo». Il processo prevede infatti che i decreti passino all’esame delle commission­i parlamenta­ri, del Consiglio di Stato e della Conferenza Stato Regioni per i previsti pareri. Poi torneranno in Consiglio dei ministri per l’approvazio­ne definitiva.

«Quello di ieri (giovedì, ndr) è un passaggio determinan­te di un percorso iniziato due anni fa dopo il taglio del diritto camerale — commenta il presidente di Unioncamer­e Ivan Lo Bello — Un provvedime­nto che chiude una fase di incertezza della vita del sistema camerale italiano e ne apre una del tutto nuova». Secondo Lo Bello, «il governo ha assecondat­o il percorso di rinnovamen­to del sistema camerale lasciando una dose di flessibili­tà nelle modalità organizzat­ive».

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(Foto Rensi) Ingresso Sopra la sede della Camera di commercio di Trento. L’ente non verrà accorpato a Bolzano. A destra il presidente Gianni Bort
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