Sissi e la nuova Merano
La città sul Passirio non fu sempre amante dei turisti come ora A inizio ’800 i conservatori detestavano gli ospiti stranieri, di religione non cattolica I soggiorni dell’imperatrice fecero loro cambiare idea: i viaggiatori portavano soldi La storia
Sissi e Merano, Merano e Sissi. A Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, nota come Sissi, la città di Merano ha dedicato un sentiero, un parco che ospita una statua che la raffigura e dallo scorso dicembre il Museo del turismo cittadino ospita anche la torta che la consorte dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe si limitò ad assaggiare nel settembre del 1897.
La questione su quanto sia utile promuovere Merano tramite l’immagine popolare di Sissi è dibattuta da tempo, in pubblico e in privato, ma dal punto di vista storico pare innegabile che le visite compiute da Elisabetta abbiano cambiato il futuro della città, anche perché, a quanto pare, pose fine a una battaglia culturale piuttosto vivace.
L’imperatrice soggiornò a Merano quattro volte, tra il 1870 e il 1897, ma già dalla prima visita incominciarono a cambiare le cose. A guidarci nella ricostruzione di quegli anni è Tiziano Rosani del Palais Mamming Museum nonché autore di Merano città terra fiume uscito per Tappeiner qualche mese fa: «Il turismo a Merano nacque principalmente negli anni Trenta-Quaranta dell’Ottocento; si trattava di numeri ancora ridotti, nell’ordine di alcune centinaia di persone all’anno. Ciò nonostante non mancarono le resistenze da parte soprattutto della parte più conservatrice della popolazione. Anche nel Kulturkampf il turismo veniva visto da taluni come un potenziale pericolo, l’arrivo di ospiti di cura (Kurgäste) — oggi diremmo “turisti” — provenienti da zone protestanti o ortodosse avrebbe secondo queste forze minato i valori tradizionali della società cattolica e l’unità di fede della regione tirolese».
Insomma, lo straniero di religione diversa dalla propria non andava molto a genio nemmeno ai conservatori di un secolo e mezzo fa. Ma, come precisa Rosani, l’arrivo di Sissi sul Passirio incominciò a incrinare il fronte conservatore: «L’arrivo dell’imperatrice Sissi nel 1870 accrebbe decisamente e repentinamente la fama della città: si intensificarono di parecchio gli arrivi degli ospiti di cura e di conseguenza le possibilità di lavoro. L’arrivo di Elisabetta d’Austria permise di fatto di superare i precedenti contrasti. Naturalmente Sissi non era minimamente interessata a tale dibattito, si occupava essenzialmente delle sue passeggiate, ma è innegabile che la sua presenza finì per attrarre anche negli anni a seguire investimenti significativi e ulteriori ospiti. Il turismo si fece sempre più fonte di reddito interessante, talora integrativo, per svariate categorie di persone: gli alberghi ricercavano da un lato personale ma necessitavano anche di forniture di carne, verdura e frutta fresca, per tacere delle svariate cure che venivano offerte (uva, siero di latte ecc.). Diversi contradizioni tadini del Burgraviato, con il trascorrere del tempo, videro sempre meno nell’ospite di cura una possibile minaccia e sempre più una apprezzata possibilità di reddito, in grado di impedire povertà ed emigrazione, ma non va nemmeno sottovalutato il fatto che molte locali venivano particolarmente apprezzate dall’industria turistica».
Sullo stesso tema si era espresso piuttosto esplicitamente anche Josef Rohrer nel suo Sissi a Merano, edito da Tappeiner: «Lo sviluppo turistico vissuto dall’area meranese negli ultimi trent’anni del Novecento sarebbe del tutto inimmaginabile senza i soggiorni che Sua Altezza imperiale volle concederle». Ma è riguardo allo scontro culturale in atto che Rohrer fornisce ulteriori dettagli: «Sotto la cortina del patriottismo dei tirolesi, covava una certa tensione. Il motivo era una blanda modernizzazione del sistema scolastico che in precedenza era esclusivo appannaggio della Chiesa. Il Tirolo ultraconservatore, spronato dal clero si era opposto fino all’ultimo alle direttive liberali attuate da Vienna poco prima dell’arrivo di Elisabetta e in quel momento il suo popolo montanaro rimproverava all’imperatore di avere avvallato un tale pagano sovvertimento delle regole». Per esempio, il parroco di Scena si scagliò con un randello contro gli ispettori e per questo finì a processo.
L’arrivò Sissi finì per cambiare tutto questo, e forse anche altro, perché, come scrive Rorher: «Due inverni con l’imperatrice bastarono per trasformare Merano da umile cenerentola a primadonna altezzosa».