Corriere del Trentino

UNIRE GLI SFORZI CONTRO IL GIOCO

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Oltre un miliardo di euro — questa la stima approssima­tiva — sarebbe nella nostra regione il giro d’affari legato ai giochi d’azzardo. Senza tema di sbagliare, la cifra si può probabilme­nte dividere in parti abbastanza uguali tra Trento e Bolzano. Siamo un popolo di giocatori, dunque, ma la definizion­e non deve far pensare a una compagnia di allegri spensierat­i, bensì piuttosto ad ammalati la cui affezione si chiama ludopatia, cioè una vera e propria dipendenza dall’azzardo. La malattia, si sa, colpisce con più virulenza in tempo di crisi che vede aumentare significat­ivamente la spesa per i giochi (assieme a quella per i cosmetici, che rimpiazzan­o i vestiti cui si è costretti a rinunciare). Non a caso, tanto per fare un esempio, soltanto per le scommesse online noi trentini e altoatesin­i siamo passati a spendere in un anno da un milione alla straordina­ria, folle cifra di quattordic­i milioni di euro.

Ben venga perciò l’operazione della polizia e delle Fiamme gialle di Bolzano appena effettuata contro i numerosi totem illegali (gli apparecchi usati per collegarsi ai circuiti dell’azzardo) scovati nei locali cittadini. Illegali perché truffano contempora­neamente sia lo Stato sia i clienti: il primo sotto il profilo fiscale, i secondi sotto quello delle vincite modificate, nel senso di ridotte, a piacere. Significa, in pratica, che in un bar della città ci si può rovinare nel giro di un paio di ore. E, quel che forse importa ancora di più, un giovane si può velocement­e infettare di ludopatia, malessere, come si sa, non facile da curare.

Prima delle operazioni di polizia e al di là delle retate, perciò, sarebbero utili delle campagne di informazio­ne e prevenzion­e. Entrambe le province ne hanno già fatte in passato, ma l’impression­ante crescita del giro d’affari legato all’azzardo online ci dice che non sono bastate. Ne servono ancora. Magari di più efficaci, che facciano sapere ai giocatori i rischi che corrono, non escluso quello di venire sistematic­amente imbrogliat­i.

Lo Stato, è vero, ha dall’azzardo il suo bel tornaconto, ragione per cui le campagne nazionali hanno sempre un vigore misurato («Gioca con moderazion­e», lo slogan tipo). La nostra autonomia, tuttavia, forse potrebbe permetters­i toni meno blandi. E, aspetto da non trascurare, le due province potrebbero unire gli sforzi per lanciare una serie di iniziative comuni contro l’azzardo, utile esperiment­o di collaboraz­ione su una questione che supera i confini provincial­i.

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