UNIRE GLI SFORZI CONTRO IL GIOCO
Oltre un miliardo di euro — questa la stima approssimativa — sarebbe nella nostra regione il giro d’affari legato ai giochi d’azzardo. Senza tema di sbagliare, la cifra si può probabilmente dividere in parti abbastanza uguali tra Trento e Bolzano. Siamo un popolo di giocatori, dunque, ma la definizione non deve far pensare a una compagnia di allegri spensierati, bensì piuttosto ad ammalati la cui affezione si chiama ludopatia, cioè una vera e propria dipendenza dall’azzardo. La malattia, si sa, colpisce con più virulenza in tempo di crisi che vede aumentare significativamente la spesa per i giochi (assieme a quella per i cosmetici, che rimpiazzano i vestiti cui si è costretti a rinunciare). Non a caso, tanto per fare un esempio, soltanto per le scommesse online noi trentini e altoatesini siamo passati a spendere in un anno da un milione alla straordinaria, folle cifra di quattordici milioni di euro.
Ben venga perciò l’operazione della polizia e delle Fiamme gialle di Bolzano appena effettuata contro i numerosi totem illegali (gli apparecchi usati per collegarsi ai circuiti dell’azzardo) scovati nei locali cittadini. Illegali perché truffano contemporaneamente sia lo Stato sia i clienti: il primo sotto il profilo fiscale, i secondi sotto quello delle vincite modificate, nel senso di ridotte, a piacere. Significa, in pratica, che in un bar della città ci si può rovinare nel giro di un paio di ore. E, quel che forse importa ancora di più, un giovane si può velocemente infettare di ludopatia, malessere, come si sa, non facile da curare.
Prima delle operazioni di polizia e al di là delle retate, perciò, sarebbero utili delle campagne di informazione e prevenzione. Entrambe le province ne hanno già fatte in passato, ma l’impressionante crescita del giro d’affari legato all’azzardo online ci dice che non sono bastate. Ne servono ancora. Magari di più efficaci, che facciano sapere ai giocatori i rischi che corrono, non escluso quello di venire sistematicamente imbrogliati.
Lo Stato, è vero, ha dall’azzardo il suo bel tornaconto, ragione per cui le campagne nazionali hanno sempre un vigore misurato («Gioca con moderazione», lo slogan tipo). La nostra autonomia, tuttavia, forse potrebbe permettersi toni meno blandi. E, aspetto da non trascurare, le due province potrebbero unire gli sforzi per lanciare una serie di iniziative comuni contro l’azzardo, utile esperimento di collaborazione su una questione che supera i confini provinciali.