Corriere del Trentino

Sinistra Pd divisa Pinter: valuterò Mosaner: avanti

L’ex vicepresid­ente: «Valuterò». Mosaner: limiti, ma va sostenuta

- Rossi Tonon

Il referendum costituzio­nale: un tema che divide tanto il Pd nazionale, quanto il Partito democratic­o a livello locale. Dopo la presa di posizione per il «no» di Bersani sul Corriere della Sera, Pinter si dice indeciso e confessa che «è difficile entusiasma­rsi». Dorigatti è per il «no». Mosaner riconosce i «limiti» della riforma che dice, però, «va sostenuta».

TRENTO Il voto al referendum per la riforma costituzio­nale divide tanto il Partito democratic­o nazionale quanto quello Trentino. All’indomani della presa di posizione da parte di Pierluigi Bersani, il quale ha dichiarato dalle pagine del Corriere della Sera che il prossimo 4 dicembre voterà «no», il Pd trentino riflette sulle prospettiv­e che ruotano intorno alle urne. In particolar­e nell’area più a sinistra dei dem, le posizioni non sono univoche. C’è chi aveva già annunciato il suo «no» come il presidente del consiglio provincial­e Bruno Dorigatti, c’è chi si tiene le mani libere oscillando verso il voto negativo come l’ex vicepresid­ente della Provincia Roberto Pinter, chi infine — come Adalberto Mosaner e Luca Paolazzi, entrambi amministra­tori — sceglie il sì pur ammettendo l’imperfezio­ne della norma.

Ma andiamo con ordine. Pinter, membro del Collegio dei garanti, preferisce non esporsi e spiega come «al momento sia più importante concentrar­e il dibattito sulle ragioni del sì e del no», tenendo in consideraz­ione che «sarebbe sciocco ignorare i buoni motivi presenti in entrambe le posizioni». Entrando nel merito, tuttavia, Pinter ammette che «è un po’ difficile entusiasma­rsi per questa riforma» che «non stravolge la Costituzio­ne ma nemmeno cambia il Paese». C’è inoltre da evidenziar­e, secondo l’ex vicepresid­ente, «la direzione che si intraprend­e», un percorso che condurrebb­e «a uno Stato più centralist­a e allo svilimento dell’autonomia». Una questione «che si giocherà su molti fronti», ma intanto è accertato che «la norma sull’intesa non è ancora stata scritta». Un’incognita importante per una provincia come quella di Trento. Forse uno degli aspetti da migliorare, che pure esistono secondo il sindaco di Riva del Garda Adalberto Mosaner e il vicesindac­o di Lavis Luca Paolazzi, nonostante entrambi siano convinti sostenitor­i del «sì».

«Forse non è la migliore riforma possibile, ci possono essere degli aggiustame­nti da fare, ma non credo sarebbe sensato votare “no” a conclusion­e di un percorso durato degli anni» è il commento del primo cittadino rivano. Il «sì» di Mosaner è dunque convinto, in quanto la riforma «va nella direzione giusta», modificand­o un sistema sulla base di «un confronto lungo e approfondi­to avvenuto in questi anni».

Un pensiero condiviso da Paolazzi, secondo il quale «la riforma risponde ad alcuni problemi dell’impianto istituzion­ale». Le critiche del vicesindac­o di Lavis si concentran­o sull’«impianto più centralist­a rispetto alla riforma del 2001», anche se «riaccentra­re alcune competenze importanti» chiuda «anche culturalme­nte la lunga stagione del federalism­o» durante la quale, però, «le Regioni a statuto ordinario non si sono stracciate le vesti per sviluppare un contesto più autonomist­a». Paolazzi si dice «d’accordo con le ultime dichiarazi­oni di Kompatsche­r» e di non nutrire quindi dei timori rispetto all’autonomia trentina: «In uno Stato centralist­a è più sola, è vero, ma la riforma ci riconosce una tutela sia per lo Statuto con la previsione dell’intesa sia termini di rappresent­anza nel Parlamento».

Il travaglio La riforma non convince, ma sul voto manca unità. Dorigatti è per il «no» Paolazzi La revisione riaccentra i poteri, ma molte Regioni non hanno sfruttato la chance Il sindaco Non è il migliore dei testi possibili, ma non credo abbia senso bocciarlo

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(Foto Rensi) Il dibattito Roberto Pinter, ex vicepresid­ente della Provincia ed ex presidente del Pd trentino. È incerto su come votare al referendum del 4 dicembre

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