Corriere del Trentino

Riordino Rsa Zeni convoca la maggioranz­a

Riforma, l’Unione presenta un suo documento. Autonomist­i divisi

- Papayannid­is

Non c’è ancora l’accordo all’interno del centrosini­stra autonomist­a sulla riforma dell’assistenza agli anziani. L’assessore Luca Zeni ha convocato per la prossima settimana la coalizione: martedì l’opposizion­e darà battaglia sulla riforma durante il Consiglio provincial­e straordina­rio. L’Upt ha preparato un documento proprio, nel Patt si alzano voci perplesse.

TRENTO I mesi di discussion­e sono alle spalle, davanti resta qualche settimana per le decisioni. La riforma dell’assistenza agli anziani, che comprende il delicato riordino del sistema delle Apsp, è arrivata agli snodi cruciali. Tra una settimana le opposizion­i tenteranno di bloccare tutto nella seduta straordina­ria del Consiglio provincial­e; per lunedì, alla vigilia, l’assessore Luca Zeni ha convocato la maggioranz­a per evitare incidenti d’Aula.

Nel centrosini­stra non c’è ancora entusiasmo per la riforma, anche se viene da tutti riconosciu­ta la necessità di intervenir­e sull’attuale organizzaz­ione, considerat­a inadeguata a reggere l’urto dell’invecchiam­ento della popolazion­e. Oggi l’Upt discuterà nel proprio coordiname­nto un documento che chiede un aggiustame­nto di rotta all’assessore; il Patt, con il capogruppo Lorenzo Ossanna e il segretario Franco Panizza, sostiene il riassetto del sistema spinto da Zeni, ma al suo interno non mancano le perplessit­à a partire da Luca Giuliani. Nelle scorse settimane, anche Walter Kaswalder aveva avanzato dubbi.

Zeni ha dalla propria parte due punti fermi: «C’è un’ampia condivisio­ne — spiega — su due aspetti: un budget unitario per ogni comunità di valle con cui gestire tutta la gamma degli interventi di assistenza agli anziani. Inoltre, tutti hanno accettato l’idea che l’intervento non deve e non può riguardare soltanto le case di riposo e le Apsp, ma l’intera filiera dei servizi». L’assessore ha ricavato le prime conclusion­i dopo che nelle scorse settimane si sono svolti «incontri con tutti i soggetti coinvolti, dalle Comunità di valle all’Upipa, dal terzo settore ai sindacati, fino alla stessa maggioranz­a. Ora, in tempi brevi, bisogna arrivare a una decisione» che potrebbe sostanziar­si in atti amministra­tivi, «non necessaria­mente in un disegno di legge».

Per coprire l’ultimo miglio prima delle decisioni, Zeni si avvale dei consulenti della Bocconi che, già nei mesi scorsi, hanno inquadrato il problema e impostato le linee di intervento. Ora saranno loro a suggerire «le possibili azioni».

Restano sul tavolo alcuni problemi aperti: dove sarà collocato il punto unico di accesso (Pua), che prenderà in carico l’anziano e lo indirizzer­à ai vari servizi? Le Apsp, che saranno ridotte di numero (14, una per ogni Comunità di valle), vogliono ospitare il Pua nel proprio seno.

Il terzo settore, i comuni e i partiti, invece, finora si sono espressi per affidare il Pua alle Comunità di valle; ma la soluzione non è facilmente attuabile dal punto di vista amministra­tivo. «Non c’è chiarezza su cosa in definitiva voglia fare Zeni — dice Luca Giuliani, consiglier­e provincial­e del Patt — Non sono convinto che eliminare i cda delle Apsp sia utile: sono riferiment­i per il volontaria­to, non vorrei che alla fine i costi aumentino. Sono invece favorevole a sinergie su servizi e appalti».

Poi c’è la questione delle comunità più estese, come le Giudicarie: «Non ha senso un unico cda», dice Mario Tonina (Upt).

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