Fiume Adige C’è il piano contro l’alluvione
TRENTO A cinquanta anni esatti dall’alluvione del 1966 che allagò il capoluogo, il Comune di Trento mette in cantiere un «piano di emergenza del fiume Adige» per evitare di trovarsi impreparato nel caso di nuove esondazioni. E per ridurre rischi e danni.
«Nelle zone a rischio può verificarsi un’alluvione ogni duecento anni» ha spiegato Giovanni Segatta, funzionario dell’Area tecnica e del territorio del Comune. Che in questi mesi è al lavoro per la predisposizione del piano. «Abbiamo già effettuato — ha detto Segatta — le analisi sulle zone allagabili, per elaborare alla fine un modello di intervento nel caso di alluvione. Rispetto a un evento improvviso come il terremoto, l’alluvione è maggiormente prevedibile, anche se i tempi rimangono comunque abbastanza stretti». Il piano, quando sarà concluso, conterrà gli scenari di rischio di allagamento del fondovalle, l’analisi delle aree allagate, il modello di intervento e le azioni da mettere in atto nella fase di prevenzione, come l’informazione alla popolazione, gli aggiornamenti e le esercitazioni.
E di questo si parlerà anche nel fine settimana: sabato e domenica anche il Comune di Trento parteciperà infatti alla campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile «Io non rischio». Concentrando l’attenzione proprio sull’alluvione. Il punto informativo della Protezione civile sarà allestito in piazza Pasi: i cittadini potranno ricevere materiale informativo e approfondimenti per non trovarsi impreparati di fronte a un allagamento.
Il Comune sarà presente con i propri funzionari per illustrare il Piano di protezione civile comunale, che analizza il territorio comunale e approfondisce i possibili eventi di rischio come alluvione, terremoto, eventi meteorologici estremi, incendio, incidenti nel trasporto di sostanze pericolose, disinnesco di ordigni bellici inesplosi e black out. Ad aiutare i tecnici comunali ci sarà anche una classe dell’istituto tecnico tecnologico Buonarroti-Pozzo.