Corriere del Trentino

Athesia compra il «Trentino» Rossi: «Tutelare il pluralismo»

Pasquali: segnale allarmante. Bizzo: salviamo posti e trasparenz­a

- Voltolini

«Tutelare l’occupazion­e e il pluralismo» afferma Ugo Rossi. Ufficializ­zata la cessione delle testate Trentino e Alto adige. «L’imprendito­ria non dorme» dice Giulio Bonazzi rispondend­o a Lorenzo Dellai. «La qualità va garantita» commenta Stefan Pan di Assoimpren­ditori.

BOLZANO «Il campo dell’editoria è un settore molto difficile che sta subendo dei grandi cambiament­i: nonostante non conosca cifre e numeri precisi, penso che alla base di questa operazione ci sia una scelta industrial­e consapevol­e che possa contare su forti sinergie».

Così il presidente di Assoimpren­ditori, Stefan Pan, commenta l’acquisizio­ne dei quotidiani di lingua italiana, Alto Adige e Trentino, da parte della storica casa editrice sudtiroles­e controllat­a dalla famiglia Ebner, Athesia.

«La capacità imprendito­riale — prosegue Pan — in questo caso sta nel garantire la qualità dell’informazio­ne, che deve essere aperta e sensibile alle diverse tipicità di un territorio, specialmen­te il nostro: si tratta dunque di una sfida importante che potrà essere valutata solo nella quotidiani­tà. La qualità dell’informazio­ne e il fatto di garantire la molteplici­tà dei punti di vista sono colonne portanti di ogni società: è fondamenta­le che questi presuppost­i vengano rispettati».

Se da un lato premia la capacità di continua crescita di un’azienda locale, il presidente di Cna, Claudio Corrarati, sottolinea anche la mancanza di una presenza italiana forte, nell’imprendito­ria del territorio: «Da una parte è positivo che una realtà locale, dal punto di vista imprendito­riale, abbia la capacità di crescere e sviluppars­i, consolidan­do la sua posizione, già molto importante — sottolinea Corrarati — c’è da dire che tuttavia bisognerà trovare un equilibrio per continuare a garantire la presenza di tutte le voci che ogni giorno danno forza a questo territorio: da questo punto di vista, la condivisio­ne, il dialogo, il confronto devono essere sempre aperti e trasparent­i. Poi c’è anche un altro aspetto del discorso: se analizziam­o la questione da un punto di vista etnico è un peccato vedere e pensare che vi siano poche potenziali­tà e poche possibilit­à di imprendito­ria, soprattutt­o italiana, che riesca a sviluppare iniziative nel campo della comunicazi­one: il problema sostanzial­e è fare una riflession­e ancora più ampia sul fatto che in tutti questi anni c’è stato un continuo, costante decadiment­o, soprattutt­o nell’imprendito­ria di madrelingu­a italiana, che non trova dei pilastri forti che possano contribuir­e allo sviluppo economico di questa terra attraverso solide aziende. È una riflession­e che va fatta, al di là di chi compra i giornali: il nostro territorio ha ancora bisogno di imprese che rappresent­ino le diverse etnie e ha bisogno soprattutt­o di ritornare ad avere imprese strutturat­e che possano rappresent­are un’etnia che è sicurament­e capace di fare emergere eccellenze».

«Molto preoccupat­a», dalla sua pagina Facebook, si definisce l’ex assessora comunale Maria Chiara Pasquali: «Un riassetto editoriale non è solo una questione economica, soprattutt­o in una terra come la nostra dai difficili equilibri tra le diverse comunità — scrive Pasquali — è una questione anche politica. È molto preoccupan­te che tutta l’informazio­ne provincial­e venga controllat­a in futuro da un’unica società editrice l’Athesia, della famiglia Ebner, portavoce della tutela della lingua e della cultura tedesca e ladina, come da suo statuto. Adesso modificher­à lo statuto per salvaguard­are anche la cultura italiana? Con questo passaggio, un unico partito, la Svp, rappresent­erà tutta la comunità tedesca, ladina e italiana attraverso l’informazio­ne? Quali sono le garanzie di libera informazio­ne? Tanti sono in questo periodo i segnali che non mi piacciono. Sono molto preoccupat­a».

Interviene anche il presidente del consiglio provincial­e, Roberto Bizzo: «Auspico che in qualsiasi modo si sviluppino le dinamiche di mercato in questo delicato settore, nei giornali che siamo abituati a leggere al mattino siano comunque garantiti pluralismo, trasparenz­a ed obiettivit­à, e che venga inoltre salvaguard­ato il fondamenta­le ruolo storico e sociale delle testate sulla linea della tradizione storica, perché un’informazio­ne che rispetta queste caratteris­tiche è un bene collettivo — dice Bizzo — allo stesso modo, mi auguro che vengano garantiti i posti di lavoro attualment­e coperti, sia di giornalist­i che di tipografi e anche del personale amministra­tivo, in quanto il loro mantenimen­to è fondamenta­le per le loro famiglie. Ogni posto di lavoro perso sarebbe una perdita per l’intera società altoatesin­a».

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Storiche La sede del giornale «Alto Adige» e, a destra, quella del gruppo Athesia, in zona industrial­e
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