Fraccaro: «Renzi ricatta i trentini»
«Vuole il sì al referendum. Ma dopo non conteremo più nulla»
«Perdita di credibilità dei rapporti fra Trento, Bolzano e Roma? Molto peggio, Renzi è abituato a ricattare le forze politiche». È un attacco duro e diretto quello che Riccardo Fraccaro rivolge al presidente del Consiglio. Una critica dietro alla quale il deputato del Movimento 5 Stelle palesa le proprie profonde preoccupazioni per il futuro dell’autonomia delle due Province.
«In gioco — dice il deputato grillino — c’è molto altro e molto di più rispetto ai rapporti istituzionali dei quali si preoccupa Dellai» evidenzia Fraccaro con riferimento all’intervista rilasciata ieri al Corriere del Trentino dall’ex governatore, sostenendo inoltre che «se al referendum del 4 dicembre dovesse passare il “sì”, sia i trentini sia gli altoatesini non avranno più alcun potere e non otterranno mai più nulla». E a quel punto, secondo Fraccaro, poco potrebbe anche il disegno di legge costituzionale Zeller, «perché non avremmo più alcuno strumento a disposizione per tutelarci».
Rispetto allo stop subito dal documento ma anche di fronte ai rallentamenti che stanno subendo le norme di attuazione su giustizia e attività venatoria, già licenziate dalla Commissione dei Dodici ma non ancora approdate in Consiglio dei ministri, Fraccaro esprime il proprio sconcerto perché «pare che se non votiamo “sì” non otterremo nulla di ciò, ma allo stesso tempo se dovessimo votare a favore della riforma costituzionale del governo non avremo comunque più alcun potere per ottenere qualsiasi cosa». Di conseguenza, secondo il deputato pentastellato «votare “sì” è un suicidio in ogni caso». «È vero che in Senato avremmo più rappresentanti rispetto alle altre Regioni — continua Fraccaro — ma non conteranno più».
Entrando poi nel merito dei temi non ancora approdati nelle aule romane, Fraccaro aggiunge: «Continuare a chiedere maggiori competenze senza domandare anche i soldi per gestirle» appare un processo «che riduce l’autonomia anziché accrescerla».