Corriere del Trentino

Storia di Carlo Merler «Aroldo»

- Di Gabriella Brugnara

«Buongiorno. Le telefono da Verona. Sono Milena, la figlia del partigiano combattent­e Carlo Merler, nome di battaglia “Aroldo”, deportato nel Lager di Bolzano: un magistrato militare nato a Povo. Papà amava il suo paese e il Trentino. Mi piacerebbe tanto se l’Anpi lo potesse ricordare. Io, di papà, ho conservato tutti i documenti».

Da questa premessa scaturisce Carlo Merler «Aroldo» magistrato trentino partigiano combattent­e (Osiride, 2016) il volume di Sandro Schmid, presidente Anpi del Trentino, che sarà presentato domani alle 17 a Trento, presso la sala Aurora del Consiglio provincial­e (via Manci). Insieme con l’autore intervengo­no Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provincial­e di Trento; Alessandro Andreatta, sindaco di Trento; Lorenzo Gardumi, Fondazione museo storico del Trentino; Mario Cossali, storico e vicepresid­ente Anpi del Trentino; Milena Merler, figlia di Aldo.

Un volume che ripercorre in modo accurato le tappe della vita e della carriera di Carlo Merler (Trento, Povo, 1903 – Verona, 1972), dalla prima giovinezza alla laurea in giurisprud­enza al superament­o del concorso in magistratu­ra militare, in seguito al quale viene trasferito al tribunale militare di Torino. Particolar­e attenzione è riservata alle vicende che lo vedono diventare «patriota combattent­e»: «L’8 settembre, mi trovavo in licenza e per cura a San Pellegrino (Bergamo) — scrive Merler —. Conformeme­nte ai miei sentimenti e al dovere, non esitai sulla via da seguire. Non risposi mai ad alcun bando né all’autorità tedesca di occupazion­e né, successiva­mente, dei fascisti repubblich­ini».

Il lavoro di Schmid — che prosegue approfonde­ndo temi quali: «Le formazioni del partito

d’azione nella provincia di Trento» e «Il Cln di Trento dopo la liberazion­e» — si completa con un interessan­te apparato documentar­io, che comprende, tra l’altro, le lettere che Merler invia alla fidanzata Mary, ai familiari dal lager, ai compagni d’arma.

Tra le pagine di questo libro «vi è sicurament­e la vicenda della sua famiglia di origine e la sua appartenen­za alla comunità di Povo — osserva in introduzio­ne Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione museo storico del Trentino —. Lo si può affiancare, senza forzature, ad un grande protagonis­ta e leader della Resistenza trentina, Giannanton­io Manci (…). La sua stessa adesione al Partito d’Azione testimonia una vicinanza ideale e politica». Mario Cossali, invece, sottolinea che la vicenda di Merler dimostra «che il movimento di resistenza al nazifascis­mo in Trentino, se non fu di massa in senso comune, fu tutt’altro che residuale». A tal proposito, Schmid osserva che «Carlo Merler, come tanti partigiani, non era e non voleva essere considerat­o un eroe, ma un italiano che ha sempliceme­nte fatto il suo dovere. Un magistrato militare integerrim­o e umano».

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Magistrato Nato a Povo Carlo Merler, partigiano, fu internato

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