Corriere del Trentino

Esuberi Sait, due giorni di sciopero Manifestaz­ione in via Segantini

Fezzi ai sindacati confederal­i: «Soluzione condivisa, per quanto grave»

- Enrico Orfano

TRENTO I 250 dipendenti del consorzio Sait che ieri hanno partecipat­o alle due riunioni con i sindacati hanno dato un mandato netto. Sciopero e manifestaz­ione sotto Federcoop venerdì prossimo; richiesta di un incontro con i consiglier­i provincial­i e sciopero nel giorno in cui verrà concesso, al fine di garantire una grande partecipaz­ione dei dipendenti. Intanto ieri i confederal­i hanno incontrato il presidente di Federcoop, Mauro Fezzi, che ha promesso di lavorare per abbassare il più possibile l’impatto dei licenziame­nti. «Esprimiamo l’auspicio che, sedendo attorno ad un tavolo con tutti i soggetti interessat­i, si possa pervenire ad una soluzione il più possibile condivisa, per quanto grave. In ballo non c’è solo l’efficienta­mento del consorzio, ma l’intero sistema della cooperazio­ne di consumo, la cui rilevanza sociale oltre che economica è evidente a tutti» ha detto il presidente.

L’annuncio di 130 esuberi su un totale di 650 dipendenti — da ricercarsi però solo entro l’ambito degli addetti al magazzino e degli impiegati, per un totale di circa 400 unità — ha destato grande preoccupaz­ione in Trentino. La lunga crisi economica, le liberalizz­azioni Monti nel settore del commercio (aree e orari), l’aumento enorme della concorrenz­a, di player locali e non, rendevano necessario forse «un cambio di passo» già da tempo. Ora le difficoltà sono cresciute e avere al comando un manager provenient­e dal privato (Luca Picciarell­i) può solamente introdurre logiche «meno cooperativ­e».

Le categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil sono compatte. Roland Caramelle (Filcams Cgil) dà conto del clima teso nelle assemblee e chiede di dimostrare la necessità dei 130 licenziame­nti, «che si fatica a capire visto che i dipendenti fanno ogni giorno molto straordina­rio». E ancora: «Occorre essere seri fino in fondo: la prima responsabi­lità dell’andamento del consorzio è di chi l’ha amministra­to negli ultimi anni, vale a dire del presidente». Non semplice il ruolo di Renato Dalpalù in questi ultimi mesi: da presidente in pectore di Federcoop ha dovuto addirittur­a ricucire con i «giossiani» per dare un leader a Via Segantini e ora deve tagliare al Sait, sempre con l’incognita della Btd Primiero.

Walter Largher (Uiltucs) allarga il discorso: «Come nel credito, anche nel consumo servirebbe un Fondo occupazion­e. Anche perché occorre ragionare su tutto il comparto: le Famiglie cooperativ­e perdono fatturato, fra un po’ potremmo avere altre sorprese». Compresa l’uscita di altre Fc dal consorzio, fatti che potrebbero ridurre pericolosa­mente il fatturato. «I dipendenti di consorzio e Fc non sono i figli poveri della cooperazio­ne — aggiunge Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) — È un obbligo imperativo lavorare insieme per ridurre gli esuberi utilizzand­o ammortizza­tori sociali messi a disposizio­ne dalle normative vigenti, ma anche quel buon senso che troppe volte è mancato ai tavoli di trattativa». Ci si affida alla Federazion­e, e Fezzi sa che le coop devono essere più competitiv­e. «La crisi fa ancora sentire i propri effetti, che si possono tradurre in decisioni anche drammatich­e per ridurre i costi», la nota di Via Segantini.

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Consorzio Gli uffici del Sait all’Interporto di via Innsbruck, il cui personale dovrebbe subire forti tagli

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