Corriere del Trentino

L’esempio di Hollande

- TRENTO

È stata quasi sussurrata e non evidenziat­a dalla stampa la recente dichiarazi­one di François Hollande di volersi ritirare dalla competizio­ne elettorale per la presidenza della Repubblica francese perché «devo pensare al bene del mio Paese». A noi italiani l’affermazio­ne suona strana, anomala. I nostri politici, anche i più impopolari e più datati, tornano inevitabil­mente alla candidatur­a perché «me lo chiede la gente. Lo faccio per spirito di servizio». Rarissimi i casi in cui, proprio perché platealmen­te presi a pedate se ne tornano nei ranghi civili, in attesa in genere di cospicua poltrona para-istituzion­ale. Così abbiamo i De Mita, i Cirino Pomicino, i D’Alema, i Casini, i Berlusconi (che salva la patria con sprezzo del pericolo delle coronarie e del lifting) che dopo decenni di carriera imperversa­no ancora spandendo perle di saggezza su come salvare un Paese dopo che loro per decenni, appunto, non solo non lo hanno salvato, ma lo hanno pure portato all’eutanasia.

In occasione del referendum abbiamo visto frotte di volonteros­i ex affollare talk show e pagine di giornali. Tutti abbiamo diritto di esprimerci (libertà garantita

dalla Costituzio­ne), ma c’è sempre chi può farlo in via privilegia­ta è magari saccente. Per il referendum abbiano visto anche «dotti» costituzio­nalisti andare alla grande adottati strumental­mente

da differenti forze politiche.

D’altra parte in un Paese dove, soprattutt­o in politica, gli anziani non mollano e i giovani sono spesso maldestri e mal mostosi,

ciò è quello che troviamo come offerta. Si dice sempre: ma è la gente con il voto che fa le scelte. Così è in democrazia, però talvolta sono talmente pilotate (basti pensare al Porcellum) da far

perdere di fatto il diritto di opzione. Hollande ha dato un esempio di civica condotta, vedremo nel nostro Paese se e come andrà la prossima volta.

Rita Grisenti,

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