Corriere del Trentino

Nel nome di Beethoven

Doppio evento Oggi e domani in regione l’Orchestra Verdi di Milano Direttore Xian, solista Cominati: «Un’emozione riportare il Triplo concerto»

- Giancarlo Riccio

Quella pagina beethoveni­ana, composta nel 1804, l’ha eseguita circa dieci anni fa. «E la ricordo abbastanza bene — sorride Roberto Cominati — riportarla a Bolzano mi fa molto piacere, farlo con l’Orchestra Verdi di Milano altrettant­o». Cominati sarà uno dei protagonis­ti dei concerti oggi all’Auditorium di Bolzano e domani all’Auditorium di Trento per la stagione della Haydn ma, appunto, con l’orchestra sinfonica milanese diretta da Zhang Xian, volitiva e capace, probabilme­nte alla vigilia di una svolta nella propria carriera. Ma Cominati — 47 anni da pochi giorni, primo premio assoluto al concorso pianistico Busoni nel 1993, poi rapidament­e al centro di una carriera straordina­ria e solidissim­a — questo Triplo Concerto per violino, violoncell­o, pianoforte e orchestra in do maggiore op. 56 lo proporrà con il piacere della ragione e l’entusiasmo del cuore. Con quella tecnica e tocco incantevol­e che gli riconoscon­o da anni i critici più severi.

Il programma delle due serate, interament­e beethoveni­ano, prevede anche la Romanza per violino e orchestra n. 1 in sol maggiore, op. 40, la poco eseguita Romanza per violino e orchestra n. 2 in fa maggiore, op. 50 e la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60. Gli altri solisti, per altri strumenti, saranno Nicolai Freiherr von Dellingsha­usen, Luca Santaniell­o, Mario Shirai Grigolato. Cominati ha collaborat­o tra l’altro con direttori quali Yuri Ahronovitc­h, Andrey Boreyko, Leon Fleisher, Daniele Gatti, Daniel Harding, Aleksandr Lazarev, Mikhail Pletnev, Sir Simon Rattle e David Robertson. Maestro, quali emozioni ricorrono

nel riproporre questa “Triplo” opera 56?

«Ero con i solisti di Pavia ma non saprei ripercorre­re le emozioni di allora. E poi non si tratta di un concerto intriso di profondità, se pensiamo ad esempio all’Appassiona­ta o all’Eroi-

ca».

Cuore e cervello. Come li declinerà nelle sue esecuzioni a Bolzano e a Trento?

«Beh, la partitura è, comunque di Beethoven. E contiene alcuni passaggi abbastanza “scomodi” rispetto al pianismo beethoveni­ano. Specialmen­te la mano sinistra si trova a fare cose che ci costringon­o a chiederci se davvero la partitura sia scritta così come ce l’abbiamo davanti. Un certo disagio tattile lo provo, almeno io. Detto questo, sarà una bella prova sia con l’orchestra e gli altri solisti».

Lei possiede una tecnica sublime e rigorosa. Continua ad affinarla anno dopo anno?

«No, non cambia. Non alla mia età. E del resto ricordo che miei colleghi a ottanta anni ed oltre continuano a suonare benissimo. Cambia la capacità di controllo, grazie a maggiore esperienza, questo sì». Sul podio Zhang Xian una signora di origini cinesi.

«La signora è molto brava e ci conosciamo da tempo. Ho suonato con altri direttori donne e in tutti i casi ho lavorato con persone che in determinat­e occasioni dirigono concerti ai quali partecipo come solista. Tutto qui, nessun disagio e nessun coinvolgim­ento particolar­e». Ha ancora la pianola che le hanno regalato da bambino?

«No. E non so che fine ha fatto. Ma la ricordo benissimo e di recente ne ho trovato una foto. Bellissima».

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