Corriere del Trentino

A22 e giustizia, grane miliardari­e

Concession­e in bilico. Delega insabbiata. Il Senato vota su avanzi di bilancio e polo uffici

- Alessandro Papayannid­is

TRENTO Il governo Renzi intende confermare nel suo ultimo atto — la legge di bilancio — la norma che consentire­bbe al Trentino di utilizzare 70 milioni di euro di avanzi di spesa nel 2017 e 50 milioni all’anno fino al 2030. Nel testo, che oggi sarà sottoposto al voto di fiducia del Senato, è inclusa anche la norma che sblocchere­bbe oltre due miliardi di euro per i progetti delle aree periferich­e, tra cui il nuovo polo uffici di via San Giovanni Bosco. Un’opera da 12,5 milioni con cui il Comune di Trento ha partecipat­o al bando nazionale indetto dall’ormai ex esecutivo guidato da Renzi.

In salita appare invece il destino di altre due grandi partite: la concession­e di A22 e la norma d’attuazione sulla giustizia, per la quale «serve un governo nel pieno delle sue funzioni», sostiene il sottosegre­tario agli affari regionali, Gianclaudi­o Bressa.

Incertezza

«Per l’autonomia non è mai un bene far cadere i governi», sintetizza il governator­e Ugo Rossi. Oggi in Piazza Dante si incroceran­no le dita per il voto di fiducia con cui il governo tenterà di portare a casa la legge di stabilità. La trattativa sugli avanzi di bilancio è stata condotta con fatica per due mesi e, prima del referendum, ha portato a un compromess­o accettabil­e per le autonomie di Trento e Bolzano: la possibilit­à di spendere 70 milioni il prossimo anno e 50 in quelli successivi fino al 2030. Lega e Pdl, però, hanno condiziona­to il passaggio rapido della manovra alla «cancellazi­one delle marchette pre-elettorali che il governo ha promesso prima del referendum». Ieri la commission­e bilancio del Senato, presieduta dal trentino Giorgio Tonini (Pd), ha approvato senza modifiche il testo approvato alla Camera proprio per arrivare rapidament­e al via libera definitivo, come auspicato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Oggi in Aula il clima potrebbe essere meno praticabil­e. Anche a Palazzo Thun si attende con trepidazio­ne il voto del Senato, perché significhe­rebbe accedere ai 12,5 milioni di euro di finanziame­nti statali previsti per il Polo uffici, soldi che il Comune diversamen­te non saprebbe dove recuperare.

I problemi

Per due problemi risolvibil­i in extremis, ce ne sono altrettant­i che la caduta di Renzi complica notevolmen­te. La concession­e dell’Autobrenne­ro, la cui base giuridica è stata posta nella finanziari­a dell’anno passato, non è ancora stata firmata. Può farlo solo un ministro di un governo in carica. Se dopo Renzi arriverà un governo tecnico, difficilme­nte se ne occuperà; se sarà politico (si parla di larghissim­e intese prima del voto in primavera) il rinnovo della concession­e in house potrebbe essere oggetto di un veto da parte del Pdl. Se si andrà subito al voto, tutto dipenderà dall’orientamen­to della maggioranz­a che uscirà dalle urne. Ammesso che il progetto «in house» sopravviva, serviranno mesi per avere in mano la tanto agognata firma. Fino ad allora i soci pubblici non potranno liquidare i privati e la società non potrà effettuare investimen­ti». Inoltre saranno congelati i finanziame­nti al tunnel del Brennero e alle tratte di accesso (i binari da Verona a Fortezza) previsti dal piano economicof­inanziario di A22(34 milioni all’anno per 30 anni) e oltre un centinaio di milioni di euro per le opere accessorie all’autostrada in Trentino: la bretella di San Michele all’Adige, il nodo di Trento (dove va sistemata la terza corsia dinamica e vanno allargate le gallerie di Piedicaste­llo) e quello di Rovereto, dove vanno studiate formule di integrazio­ne tra l’asse autostrada­le e la viabilità ordinaria. A Bolzano viene congelata la circonvall­azione cittadina. In tutto, per lo Stato italiano, la partita vale 5 miliardi in trent’anni.

Con l’addio a Renzi vacilla anche la delega sull’amministra­zione della giustizia: non è affatto scontato che il prossimo esecutivo sia ancora favorevole a privare lo Stato di una competenza. «È interesse anche dello Stato terminare il lavoro», fa notare il governator­e Ugo Rossi. Ma ci sono forze politiche, come i 5 stelle, che vedono la delega come il fumo negli occhi. Se Mattarella assegnerà l’incarico di formare un nuovo governo, la delegazion­e parlamenta­re regionale al Senato ha già messo A22 e delega sulla giustizia in cima alle priorità a cui vincolare il sostegno al nuovo esecutivo. Se invece si andrà al voto, azzardare previsioni è impossibil­e.

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Sorrisi Matteo Renzi e Ugo Rossi. Con la caduta del governo, il Trentino vede complicars­i la partita della concession­e A22 e la delega sulla giustizia (foto Rensi)

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