Corriere del Trentino

Cavalese, la palestra dedicata a Árpád Weisz

«La Rosa Bianca» recupera la storia del calciatore morto ad Auschwitz

- Mariana Guazzi

TRENTO Andrà ad «Árpád Weisz» l’intitolazi­one della palestra dell’Istituto di istruzione «La Rosa Bianca-Weiße Rose» di Cavalese. La cerimonia di ufficializ­zazione si terrà nel palazzetto dello sport del paese giovedì 19 gennaio 2017 (alle 10.30): una settimana prima della giornata della memoria (27 gennaio).

La proposta è arrivata dal docente di storia Emilio Poli: «Abito proprio davanti alla palestra e quindi la vedo tutti i giorni; sapevo che era ancora senza nome e così ho cominciato a pensarci». Árpád Weisz, ungherese di nascita e di famiglia ebrea, dopo una carriera da calciatore vince i campionati del 1936 e ‘37 da allenatore del Bologna, per poi essere bandito dal mondo dello sport con l’emanazione delle leggi razziali del 1938: morirà in una camera a gas ad Auschwitz , il 31 gennaio 1944.

La scelta è dunque ricaduta su un simbolo sportivo, come l’allenatore, e di ingiustizi­a, come ebreo perseguita­to e morto in un campo di concentram­ento tedesco. «Ho pensato a qualcuno che avesse rilevanza internazio­nale — spiega Poli —, e una certa affinità con la scuola». L’Istituto «Weiße Rose» infatti, porta questo nome per ricordare il gruppo studentesc­o tedesco che si oppose in maniera non violenta al nazismo: vi è anche una continuità temporale. «Va ricordato inoltre — prosegue Poli — che la storia di Weisz è rimasta sconosciut­a al mondo per più di 60 anni, fino a quando non è stato tolto dall’oblio dal giornalist­a e storico Matteo Marani». Nel libro «Dallo scudetto ad Auschwitz» di Marani (2007) viene ripercorsa tutta la vita (da calciatore ad allenatore, fino alla cattura) di Weisz, attraverso le memorie dei compagni di scuola del figlio Roberto. «Così valorizzia­mo il significat­o di amicizia tra ragazzi, che perdura nel tempo e che mette in risalto il ruolo dei ricordi di scuola come fonte di memoria storica, affettiva, personale e collettiva» , conclude Poli.

La prima commemoraz­ione ufficiale in memoria di Árpád Weisz è arrivata nel 2009 dal comune di Bologna, dal quale appunto proviene Poli. Dopo quell’anno sono stati numerosi i riconoscim­enti al calciatore ungherese, che purtroppo si è fatto esempio di selezione della memoria e cattiva coscienza storica, rimanendo nel dimenticat­oio per più di mezzo secolo.

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