«Licenze edilizie, troppi cavilli»
I professionisti criticano gli uffici tecnici. Lombardo: fiducia nel nuovo dirigente
Rimangono dubbiosi i rappresentanti degli ordini professionali in Trentino sui tempi promessi dal Comune di Trento per le concessioni nel Piano esecutivo di gestione 125 contro gli attuali 145. «I 145 giorni — dicono — sono una media» come a dire che in realtà ne servono anche di più. Ammettono che un processo di miglioramento è in atto: «La proposta delle check list è ottima» afferma Gian Maria Barbareschi del Comitato interprofessionale degli Ordini e dei collegi tecnici del Trentino. Idea condivisa anche dalla presidente degli architetti Susanna Serafini che però invoca «un approccio più collaborativo e meno fissato sui cavilli e il puro formalismo». Più disilluso il presidente dei geometri Graziano Tamanini che ripone però parecchie speranze «nel nuovo dirigente, Giuliano Franzoi».
TRENTO Riconoscono l’impegno dell’amministrazione per cercare di risolvere una questione sul tavolo da anni, ma la sfiducia, fra le categorie, è palpabile. I rappresentanti degli ordini professionali sono uniti nell’ammettere i passi avanti (uno su tutti, l’introduzione delle check list), ma sui tempi di rilascio delle concessioni edilizie del Comune di Trento rimangono dubbiosi. I 145 giorni che emergono dal Piano esecutivo di gestione del 2015 (Corriere del Trentino di ieri)? «Si tratta di una media» sottolineano i professionisti. Come a dire che in realtà ne occorrono molti di più. Sotto accusa, in particolare, «l’approccio troppo formale e cavilloso». Fra gli auspici, tempi più rapidi anche sul fronte dei provvedimenti in sanatoria.
Potenziare il servizio
«Siamo pronti a collaborare con il Comune per trovare ulteriori soluzioni» fa sapere Gian Maria Barbareschi, coordinatore fresco di nomina del Comitato interprofessionale degli ordini e collegi tecnici del Trentino. «Un processo di miglioramento è in atto, fino a qualche anno fa per una concessione edilizia si aspettava anche nove mesi — ammette Barbareschi, anche referente della commissione urbanistica dell’ordine degli ingegneri — la proposta delle check list è ottima, così come gli obiettivi di riduzione delle tempistiche per il 2017 (da 145 a 125 giorni ha reso noto il vicesindaco Biasioli, ndr). Auspichiamo, tuttavia, che anche le pratiche che necessitano di una regolarizzazione possano seguire canali rapidi». Perché, spiega l’ingegnere, stando proprio a quanto richiesto dalle check list, un professionista prima di presentare un progetto deve verificare che lo stato reale del luogo sia conforme a quello della pratica edilizia precedente: «Se così non fosse, non c’è alternativa alla concessione in sanatoria e in questo caso la forbice è ancora più larga (in media 306 giorni, ndr) — rileva Barbareschi — per questo il Comune dovrebbe potenziare il servizio, che al momento ha bisogno di personale qualificato che operi in questo senso».
Approccio cavilloso
Anche per Susanna Serafini, presidente dell’ordine degli architetti, quello delle check list «era stato considerato strumento importante e utile»: «Richiedere la verifica dei requisiti prima di depositare i documenti dovrebbe servire a rendere omogenei i criteri di valutazione di una pratica edilizia — osserva — spero che entro quest’anno possa dare i suoi frutti visto che quasi cinque mesi per ottenere una concessione è un tempo elevatissimo». Oltre all’uniformità, gli architetti — e non sono i soli — chiedono un «approccio più collaborativo»: «Meno fissato sui cavilli e sul puro formalismo e più rivolto al merito — spiega Serafini — chiaramente sempre nel pieno rispetto delle norme».
Dematerializzare
Un pensiero condiviso anche da Claudio Maurina, presidente dell’ordine trentino dei dottori agronomi e forestali, che invoca «un atteggiamento più propositivo e meno conflittuale». «Un grosso problema — evidenzia — è quello dell’interpretazione della norma». Plaude, a ogni modo, a un’iniziativa del Comune di recente comunicazione: «A ogni ordine e collegio professionale tecnico è stato chiesto di rendere noti due nomi all’amministrazione per cominciare la sperimentazione di dematerializzazione dell’iter di presentazione delle pratiche alla commissione paesaggistica — riporta — certo, si tratta di un organismo che i tempi li rispetta sempre, ma mi sembra comunque un primo passo per velocizzare i processi».
La struttura
Si dimostra più disilluso, infine, il fronte dei geometri. «Le check list sono un ausilio importante, è vero, anche se sono state proposte dal Comune e accettate dagli ordini e non sono state progettate in maniera condivisa — sottolinea il presidente del collegio provinciale Graziano Tamanini — tuttavia i problemi rimangono e non mi sembra di intravedere a breve una soluzione. Confidiamo nel nuovo dirigente».
È dal primo gennaio, infatti, che è attiva la riorganizzazione delle strutture comunali relative all’edilizia: per quanto riguarda il settore privato, la guida è stata affidata a Giuliano Franzoi.