Corriere del Trentino

Richiedent­i asilo, previsto un aumento Presenze e risorse crescerann­o del 50%

- Tristano Scarpetta

Il Trentino, al pari del resto d’Italia, si prepara ad accogliere, nel 2017, circa il 50 per cento in più di richiedent­i asilo rispetto al 2016. Lo ha spiegato ieri in aula Luca Zeni rispondend­o positivame­nte a un’interrogaz­ione di Rodolfo Borga (Civica Trentina) che chiedeva appunto se l’aumento da 12,8 a 19,5 milioni del capitolo di bilancio dedicato ai richiedent­i protezione internazio­nale fosse dovuto alla previsione di un aumento degli arrivi.

Per la Provincia autonoma, è bene ricordare, si tratta di una partita di giro: le risorse vengono stanziate a bilancio perché da lì verranno prelevate, ma a pagare il conto finale sarà lo Stato.

L’aumento dello stanziamen­to è, in sostanza, una previsione di quanto avverrà nell’anno appena cominciato. «In linea — spiega l’assessore — con quello che è stato l’andamento degli ultimi anni e le proiezioni che si fanno a livello nazionale. Si tratta di un incremento di tipo prudenzial­e». Al 31 dicembre 2014, i richiedent­i protezione internazio­nale presenti in Trentino erano 271 (42.735 le giornale di presenza). Sono saliti a 696 (per 162.413 giornate di presenza) nel 2015, per arrivare a fine 2016 a 1.230 richiedent­i asilo in attesa di risposta (349.916 giornate di presenza).

Dato che nessuna crisi (Siria, Iraq, Libia solo per citare le più note) pare nel frattempo risolta, si ritiene che il fenomeno migratorio subirà nel 2017 un ulteriore incremento, anche se un aumento del 50 per cento delle presenze rappresent­erebbe, rispetto al triennio 2014-2016, un calo tendenzial­e. «Naturalmen­te — ha concluso in aula l’assessore — lo stanziamen­to definitivo sarà attestato sull’importo corrispond­ente all’effettiva presenza annuale nel 2017 di persone accolte».

Lo stanziamen­to «prudenzial­e» rappresent­erà forse il problema minore. Quello maggiore sarà trovare luoghi adeguati per ospitare i richiedent­i asilo. Fino ad ora, la Provincia è riuscita a distribuir­li sul territorio limitando concentraz­ioni pericolose tanto per gli ospiti, quanto per l’accettazio­ne del fenomeno da parte delle comunità ospitanti. Le difficoltà, però, non sono mancate e non serve la sfera di cristallo per prevedere nuove resistenze da parte dei sindaci.

«Per ben due volte — lamenta Borga — avevo chiesto in aula a Rossi ragione di questo aumento, senza ottenere risposta. Di fronte all’interrogaz­ione, l’assessore ha dovuto rispondere. A prescinder­e da come la si pensi in proposito, i trentini hanno diritto di sapere cosa li attende nei prossimi anni». Per il consiglier­e del cen- trodestra non ci sono dubbi. «È del tutto evidente che il flusso ininterrot­to di stranieri, che solo in minima parte otterranno una qualche forma di protezione, mentre gli altri dovrebbero in teoria lasciare il nostro paese, non potrà che comportare un sensibile e progressiv­o aumento della loro presenza, entro breve moltiplica­ta dagli inevitabil­i ricongiung­imenti». Una evidenza che non trova riscontro nell’annuario statistico 2015, pubblicato a fine 2016, secondo cui «gli stranieri residenti in provincia di Trento al 1° gennaio 2016 sono 48.466 (22.442 maschi e 26.024 femmine) e rappresent­ano il 9,0% della popolazion­e residente. Rispetto all’anno precedente, si registra una diminuzion­e di 1.638 unità, equivalent­e ad un decremento relativo del 3,3%».

Un’altra interrogaz­ione sul fenomeno migratorio è arrivata da Walter Kaswalder (Patt), che proprio dall’avvocato Borga si sta facendo difendere di fronte al collegio di disciplina del suo partito. Il consiglier­e, che nell’ultimo question time aveva chiesto quanti fossero i minori stranieri non accompagna­ti in Trentino, questa volta ha chiesto «se siano stati riscontrat­i casi di malattie come scabbia, Aids, meningite, salmonello­si» tra i richiedent­i asilo. «Nel corso del 2016 — ha risposto Zeni — i medici hanno segnalato un solo caso di malattia trasmissib­ile: tubercolos­i polmonare. La maggior parte delle patologie rilevati nei soggetti migranti approdati nel nostro Paese — ha precisato — non sono trasmissib­ili, ma derivanti da traumi e da stress».

Lo stanziamen­to è di 19,5 milioni a carico dello Stato. I richiedent­i asilo oggi sono 1.230

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Ospiti Una famiglia di richiedent­i asilo siriani provenient­i dal Libano e ospitati a Villa San Nicolò Le domande di protezione internazio­nale sono cresciute esponenzia­lme nte negli ultimi anni (Foto Rensi)

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