Corriere del Trentino

«Cassa integrazio­ne, la Provincia agisca»

La denuncia di Salomone: «Con il Jobs Act decide l’Inps». Bombardier­i: industria senza strategia

- Silvia Pagliuca

TRENTO «Gli imprendito­ri hanno difficoltà a richiedere la cassa integrazio­ne ordinaria. È ora che la Provincia faccia qualcosa». È il presidente dell’Agenzia del lavoro, Riccardo Salomone, intervenut­o all’incontro «Autonomia, sindacato, lavoro» promosso ieri da UIL Trentino, a indicare una delle priorità assolute in materia di occupazion­e. Se fino a un anno fa, infatti, le richieste di cassa integrazio­ne delle aziende trentine venivano ricevute e vagliate da una commission­e partecipat­a da sindacati, imprese e Provincia, adesso questo filtro non esiste più. «Con il Jobs Act tutto è passato in mano all’Inps il cui modo di operare è decisament­e restrittiv­o. Ciò, aggiunto alle difficoltà che hanno gli imprendito­ri nel presentare correttame­nte la domanda, fa sì che i rifiuti aumentino» ha denunciato Salomone.

Un problema non da poco considerat­o il periodo e rispetto al quale si chiede alla Provincia un intervento deciso. Ciò che auspicano Agenzia per il lavoro e sindacati, infatti, (all’incontro erano presenti anche i vertici di Cgil e Cisl del Trentino) è che non solo vengano ripristina­te le commission­i, ma anche che venga revisionat­o il flusso informatic­o di tali procedure che allo stato attuale grava interament­e sull’Istituto nazionale di previdenza, con conseguent­i disguidi. «È un tema più che mai attuale, uno dei tanti che ci ha spinto a creare questo incontro. Perché sia chiaro che se il mercato del lavoro stenta a ripartire, la colpa non è solo della crisi» ha precisato il segretario generale Uil del Trentino, Walter Alotti.

La tavola rotonda, infatti, moderata dal direttore del Corriere del Trentino, Enrico Franco, è arrivata a conclusion­e della IX conferenza di organizzaz­ione della Uil del Trentino, ed è servita a fare il punto su ciò che ancora non si è fatto (e si dovrebbe fare) per ridare slancio all’occupazion­e. Tema rispetto al quale determinan­te è la responsabi­lità degli imprendito­ri: «In Trentino avremmo bisogno di migliorare molto la qualità imprendito­riale. Il turismo ne è un classico esempio: se gli imprendito­ri avessero fatto la loro parte, oggi il comparto sarebbe più solido» ha affondato Gianni Tomasi, segretario confederal­e Csr Uil del Trentino. Da qui, l’auspicata evoluzione della contrattaz­ione in chiave territoria­le: «Dovremmo tornare a valorizzar­e il rapporto bilaterale tra imprese e sindacati, per poi arrivare solo in un secondo momento al coinvolgim­ento del pubblico, ma diciamo che in questo gli imprendito­ri non hanno dato un grande esempio» ha aggiunto infatti il numero uno di Agenzia per il lavoro.

A ciò si aggiunga, inoltre, l’annosa questione delle politiche industrial­i: «Sono del tutto assenti, si insegue sempre l’ultima crisi senza nuova progettual­ità — ha lamentato Pierpaolo Bombardier­i, segretario organizzat­ivo nazionale Uil — Eppure dovremmo riflettere davvero su come creare nuovi posti di lavoro: il governo sbaglia se pensa che ciò si possa fare sempliceme­nte abbassando i diritti dei lavoratori». Infine, come non citare la famosa — di nome, almeno — Agenzia nazionale per le politiche attive? Doveva essere una delle grandi novità del governo Renzi, ma dell’ente presieduto da Maurizio Del Conte, oggi si conosce poco più dell’acronimo. Anpal, appunto. «Dopo il referendum, come molti di noi avevano immaginato, la struttura è finita nel limbo. Tutto è rimasto indefinito» ha ammesso Alotti. «Non mi aspetto molto dall’Anpal, nasce con un difetto di partenza: a differenza della nostra Agenzia, si occuperà solo delle politiche attive, mentre quelle passive resteranno in capo al ministero e all’Inps. Un difetto da poco» ha rincarato infine Riccardo Salomone. Insomma, meglio continuare a giocare in casa, pur con i dovuti correttivi.

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(Rensi) Conferenza Uil Da sinistra Alotti, Bombardier­i, Chiariello, Franco e Salomone

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