Federcasse, Azzi lascia dopo 25 anni
Il rammarico dell’uscente: «Potevamo essere il terzo gruppo». Dell’Erba lo sostituisce
Alessandro Azzi, come anticipato da fine anno dal Corriere del Trentino, ieri ha rassegnato le dimissioni nel corso del cda di Federcasse. Si tratta di un passo indietro dopo 25 anni alla guida dell’associazione di tutte le Bcc e Rurali d’Italia. Pesa il mancato raggiungimento del gruppo unico, con la divisione fra Iccrea e Ccb. «Potevamo essere la terza forza nazionale» il rammarico di Azzi. Al suo posto Dell’Erba.
TRENTO Dopo 25 anni il presidente di Federcasse Alessandro Azzi ha dato le dimissioni. Le aveva annunciate come «naturale conseguenza» del processo di autoriforma del credito cooperativo, ma è innegabile che la resistenza di Cassa centrale banca nella difesa del suo gruppo «alternativo» abbia pesato. Egli stesso non nasconde il «rammarico personale» per il fallimento del progetto di gruppo unico nazionale (escluso il gruppo territoriale di Bolzano). Nuovo presidente è il vice vicario Augusto Dell’Erba. Azzi rimane presidente della Bcc del Garda e della Federazione Lombarda delle Bcc. Intanto si avvicina il 31 gennaio, termine entro cui Ccb e Iccrea dovranno fornire a Bankitalia i documenti relativi ai loro gruppi.
Eletto nel 1991 al vertice dell’associazione nazionale delle Bcc, Azzi aveva annunciato il suo passo indietro una volta approvata la legge di riforma del comparto (8 aprile 2016) e una volta emanate le disposizioni di vigilanza da parte della Banca d’Italia (3 novembre 2016). «Lascio, come annunciato, alla fine di un percorso riformatore che ha l’obiettivo di traghettare in modo adeguato il Credito Cooperativo italiano nel nuovo, impegnativo scenario dell’Unione Bancaria» ha detto Azzi nel corso del suo intervento in consiglio. «Abbiamo ottenuto — ha proseguito — una buona riforma, per nulla scontata dato il nuovo contesto regolamentare e istituzionale, che salvaguarda, pur in una maggiore necessaria integrazione a sistema, l’autonomia (modulata in ragione della meritevolezza o del grado di rischio) delle Bcc e il loro essere banche mutualistiche nelle quali continueranno a vigere il principio del voto capitario e la destinazione obbligatoria di almeno il 70% degli utili a riserve indivisibili, confermandone la mission di banche “non profit” a vocazione localistica».
Per quanto riguarda il braccio di ferro Ccb-Iccrea, il 20 dicembre scorso, in modo definitivo, è stato cassato il gruppo unico, cavallo di battaglia del presidente di Federcasse. «Mi sono battuto con passione — ha detto Azzi — per una soluzione unitaria che i fatti hanno certificato, al momento, non possibile. È questo certamente un rammarico personale, ma chi guiderà il Credito cooperativo non dovrà mai perdere di vista l’obiettivo di un’auspicabile unità basata sul dna cooperativo di tutte le Bcc italiane, che sono un incommensurabile patrimonio per il nostro Paese; banche di comunità che non dovranno mai essere in competizione tra loro sciupando l’opportunità, che era ad un passo, di diventare il terzo gruppo bancario italiano e il primo per apporto di capitali interamente italiani».
Il nuovo presidente Augusto dell’Erba, ha affermato: «Il mio mandato sarà contrassegnato dalla ricerca della massima condivisione possibile senza dimenticare la necessità di incidere sulle questioni che affronteremo». Federcasse, «casa comune» delle banche di comunità, ora deve gestire la scelta che i singoli istituti devono compiere fra Ccb e Iccrea. Sul tema Ilario Novella, in qualità di presidente di Federveneto, di ritorno dal cda di Roma di ieri si esprimeva così: «Speriamo che in questa situazione delicata, in cui le banche devono scegliere a quale gruppo aderire, non si verifichino disagi per i singoli istituti. Ciascuno dei due gruppi deve garantire a tutte le banche la possibilità di continuare a operare. E mi auguro che il presidente di Federcasse sia terzo super partes, equidistante, mediatore». C’è forse il pericolo che Iccrea giochi pesante a qualche tavolo? Oggi è in programma anche la riunione sul Fondo temporaneo, sempre guidato da Dell’Erba e molto discusso quanto a criteri di erogazione di sostegno alle banche in difficoltà. Al Fondo, nella fase transitoria, le Bcc hanno l’obbligo di aderire.