Corriere del Trentino

Trento e Bolzano, dialogo aperto sull’università

Faccia a faccia tra i sindaci. Caramaschi: gli altoatesin­i si sbarazzere­bbero dei trentini. Andreatta: autonomia in difesa

- Erica Ferro

Sul piatto ci sono università, mobilità e cultura. Sono i temi al centro di una possibile futura collaboraz­ione tra i Comuni di Trento e Bolzano. Ieri il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, ha incontro Alessandro Andretta. Prove di dialogo. Ma il primo cittadino bolzanino avverte: «Gli altoatesin­i si sbarazzere­bbero volentieri dei trentini, la Regione va mantenuta».

TRENTO Priorità, progetti futuri, obiettivi di consiliatu­ra: polo tecnologic­o, recupero dell’areale ferroviari­o e costruzion­e di un nuovo quartiere, investimen­ti in cultura per Renzo Caramaschi; Prg, capitale italiana della cultura, smart city e beni comuni per Alessandro Andreatta. Sul piatto i sindaci delle due città capoluogo mettono l’università come possibile terreno di collaboraz­ione, assieme a cultura, mobilità e promozione congiunta. Ma il sindaco di Bolzano avverte: «Mentre noi parliamo di collaborar­e, in Alto Adige si propone di abolire la Regione — osserva — se si facesse un referendum, gli altoatesin­i si sbarazzere­bbero dei trentini, perché in Trento vedono l’Italia, un Paese che non offre quelle certezze cui il mondo tedesco è abituato e verso il quale c’è sempre più insofferen­za».

Insomma, secondo Caramaschi «la forza di mantenere la Regione è determinan­te per il Trentino». E il primo cittadino si spinge ancora più in là, sostenendo che «le competenze legislativ­e delle due Province sono eccessive per una popolazion­e di 500.000 abitanti». In altre parole, c’è troppa autonomia: «E si è ridotta all’abitudine di modificare le leggi a seconda del piacimento dell’uno o dell’altro gruppo — incalza — oggi si va al traino delle norme nazionali: si aspetta che siano emanate e poi le si epura delle cose che danno fastidio». Così declinata, l’autonomia è «poco rispettosa», ridotta com’è alla «capacità di adattarsi ai propri egoismi».

«Troppo difensivis­tica» e «troppo poco promoziona­le», invece, a parere di Andreatta, è l’idea di autonomia che trapela dalle Province verso l’esterno: «È un errore grave — sentenzia — perché ci sono cose belle a partire dalle quali possiamo risalire la china e rendere meno rischioso il futuro». Nell’elenco il sindaco di Trento inserisce «Dolomiti energia, una società nata dai due Comuni di Trento e Rovereto e divenuta la quinta multiutili­ty in Italia, la Fondazione Bruno Kessler, la Protezione civile, il bar al buio itinerante di Irifor». Il faccia a faccia organizzat­o ieri da L’Adige ha messo in evidenza i progetti che i due sindaci hanno elaborato per la propria consiliatu­ra, che per entrambi si concluderà nel 2020: il polo tecnologic­o per Bolzano, i cui lavori dovrebbero concluders­i fra marzo e aprile, la costruzion­e del nuovo quartiere sui terreni recuperati dall’areale ferroviari­o (un’operazione da più di un miliardo di euro), la circonvall­azione (da 400 milioni), l’impegno nella valorizzaz­ione delle «nuove forze che arrivano dall’immigrazio­ne». Andreatta cita il Prg, vera e propria «occasione di ripensamen­to della città», la scommessa su Trento capitale italiana della cultura, sulla smart city e sui beni comuni.

Esclusa da entrambi la sanità, l’università è la pars construens all’interno di un possibile percorso di collaboraz­ione: «Per studiare l’emarginazi­one, le frammentaz­ioni eccessive senza collegamen­to all’interno della società — propone Caramaschi — gli atenei potrebbero impegnarsi per suggerire alle pubbliche amministra­zioni provvedime­nti da attuare per evitare lo sfilacciam­ento della società». «Perché non pensare a collegamen­ti in senso culturale, ad esempio fra le stagioni liriche dei due capoluoghi, rendendoli attrattivi attraverso la mobilità, studiando delle misure come l’abbonament­o per i trasporti valido su tutto il territorio provincial­e che esiste in Alto Adige?» suggerisce Andreatta, che cita anche le farmacie comunali e la promozione. E se al sindaco trentino piacerebbe intraprend­ere la strada di uno «status più particolar­e o specifico» per la sua città, viste le complessit­à che si trova ad affrontare e i servizi che offre ai cittadini di tutta la provincia, Caramaschi rifiuta l’idea, perché una «sovrastrut­tura legislativ­a che dia un riconoscim­ento alla città capoluogo in realtà già si supera nei fatti». Ultimo capitolo, i suggerimen­ti di Caramaschi al Trentino: «Potrebbe copiare la rete diffusa dal capoluogo alla periferia di artigiani e piccole e medie imprese; deve fare attenzione a dipendere dall’esterno, come succede ora, in tema di rifiuti, perché è pericolosi­ssimo; sul fronte del turismo o fieristico è più indietro: ma non imiti l’Alto Adige, cerchi di essere se stesso».

Liason Stagioni liriche, si studia una sinergia

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Vis-à-vis Caramaschi e Andreatta
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 ??  ?? Confronto Da sinistra Renzo Caramaschi, sindaco di Bolzano, e Alessandro Andreatta, sindaco di Trento. Si sono misurati ieri durante un dibattito tenutosi a Palazzo Geremia
Confronto Da sinistra Renzo Caramaschi, sindaco di Bolzano, e Alessandro Andreatta, sindaco di Trento. Si sono misurati ieri durante un dibattito tenutosi a Palazzo Geremia

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