Corriere del Trentino

La cantina Walch investe in Trentino Produrrà bollicine

Basi spumante, la cantina Elena Walch acquista un vigneto a Civezzano Scelto il marchio locale per «sfondare» anche nel settore delle bollicine

- E. Orf.

L’Alto Adige, molto forte della produzione di vini fermi, sceglie il Trentodoc come veicolo per valorizzar­e anche la sua produzione di bollicine. La cantina Walch ha comprato 10 ettari a Civezzano.

L’istituto Trentodoc nei prossimi tempi dovrà valutare l’ingresso di un’azienda altoatesin­a produttric­e di bollicine a Civezzano. Si tratta della cantina a conduzione familiare «Elena Walch», che a Termeno produce 540.000 bottiglie all’anno, molto forte nell’ambito dei vini fermi. Per guadagnare terreno però anche nel settore spumanti l’idea è quella di produrre in Trentino e di aderire all’istituto Trentodoc, «un marchio che ha un grande futuro», dice una delle due figlie di Elena, Karoline.

Come in altri settori economici, dunque, l’Alto Adige sta mettendo lo zampino anche nell’ambito vitivinico­lo che funziona meglio in Trentino. «L’anno scorso abbiamo acquistato 10 ettari di vigneto a Civezzano — racconta Karoline Walch, espression­e assieme alla sorella Julia della quinta generazion­e della famiglia —. Una bella superficie, posta a 600 metri d’altezza, con esposizion­e tutta a Sud. È un bel terreno e fa caldo, di notte l’escursione termica è molto forte e il terreno è calcareo. La zona quindi è ideale: abbiamo iniziato i lavori per riorganizz­are tutto il vigneto, che in precedenza era stato lasciato un po’ a se stesso. Se tutto va bene avremmo le prime bottiglie fra 5-6 anni». Per la cantina altoatesin­a, la prima che si avventura nel mondo del Trentodoc, «il marchio trentino è molto interessan­te: ha un grande futuro, anche se per ora forse è poco conosciuto — osserva Karoline —. Le bollicine sono molto richieste e un investimen­ti simile guarda ai prossimi 15-20 anni. D’altra parte in Lombardia (terra della Franciacor­ta, ndr) fa molto caldo. Il clima sta cambiando e si cercano vigneti sempre più alti, pure Ferrari si muove in questo senso. Noi investiamo per il futuro». La cantina Elena Walch non ha ancora preso contatti con l’Istituto Trentodoc, è veramente troppo presto, «anche perché il vigneto dobbiamo rifarlo tutto. Punteremo comunque su chardonnay e pinot nero». Per ora non ci sono altre cantine altoatesin­e in procinto di investire sui terreni da spumante in Trentino, ma non si sa mai che l’iniziativa di Walch faccia scattare l’idea anche ad altri operatori.

Gli esperti ricordano che ad esempio, nell’ambito dei vini fermi, per il Gambero rosso 27 vini sudtiroles­i sono degni dei «Tre bicchieri», riconoscim­ento che invece va a soli tre prodotti trentini. Funzionano molto meglio le bollicine, visto che sono stati premiati 7 Trentodoc. Ecco perché l’Alto Adige ci punta.

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Il gruppo La quinta generazion­e della cantina Elena Walch, Julia e Karoline, assieme alla madre Elena Schenk in Walch, realtà di Termeno

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