Corriere del Trentino

The Whale e Monica Il cinema di Pallaoro indaga l’identità

Il film di Pallaoro con Rampling. «Ora lavoro a

- Massimilia­no Boschi

«A

bbiamo terminato le riprese a metà dicembre e iniziato il montaggio da pochi giorni, per questo non posso anticipare molto, ma è stata una esperienza incredibil­mente significat­iva». Il trentaquat­trenne regista trentino Andrea Pallaoro si trova a Los Angeles per montare il suo nuovo film The whale ed, effettivam­ente, ha tutti i motivi per essere felice. Perché la realizzazi­one di The Whale è, anche, la realizzazi­one di un sogno. «È un film che ho scritto insieme a Orlando Tirado per Charlotte Rampling senza sapere se avrebbe mai accettato. Lo ha fatto e collaborar­e con lei mi ha insegnato moltissimo, abbiamo condiviso la creazione del suo personaggi­o ed è stato il massimo. È un’attrice alla ricerca della sua verità, della verità del personaggi­o e lo fa con un coraggio formidabil­e che ammiro tanto».

La collaboraz­ione tra un giovane regista trentino emigrato in California e una celebre attrice britannica che vive tra Parigi, Londra e gli Stati Uniti non poteva che nascere... in Marocco. Pallaoro ci aiuta a ricostruir­e l’incontro: «Era il 2013 e mi trovavo a Marrakech al Festival internazio­nale del film per essere premiato da Martin Scorsese come miglior regista per Medeas (il suo primo lungometra­ggio, ndr) e Benjamin Millepied, marito di Natalie Portman, mi ha presentato Charlotte. È stato un incontro veloce ma ci siamo dati appuntamen­to a Parigi per parlare del film».

Charlotte Rampling compirà 71 anni il prossimo 5 febbraio, Andrea Pallaoro trentacinq­ue, il giorno successivo, ma le affinità tra i due non sono sempliceme­nte anagrafich­e. «Durante l’incontro parigino ci siamo accorti che avevamo le stesse motivazion­i artistiche. Successiva­mente ne abbiamo Monica» parlato spesso, condividia­mo la stessa idea di cinema come espression­e artistica, non come semplice intratteni­mento. Il cinema che ci attrae è motivato da impulsi sensoriali ed emotivi e non vuole dettare le emozioni allo spettatore che, anzi, preferiamo svolga un ruolo attivo».

Dopo che l’attrice ha accettato di recitare nel film, è partito il lungo percorso per mettere insieme i finanziame­nti, le riprese sono iniziate a novembre scorso tra Roma e Bruxelles e, terminato il montaggio, non resterà che attendere l’uscita in sala. «Non so ancora quando uscirà, è troppo presto. Ovviamente speriamo di presentarl­o in uno dei festival più importanti, ci avvarremo di un distributo­re francese e quindi punteremo molto anche sul mercato europeo».

Non resta, quindi, che farci raccontare la trama: «Non vorrei dire troppo — conclude Pallaoro — ma il film esplora la progressiv­a perdita di identità di una donna, quella sua personale e quella di una coppia all’interno della società».

The whale è ancora in fase di montaggio, ma Pallaoro ha già le idee chiare anche sul prossimo film. «Si intitolerà Monica, è un progetto a cui tengo molto. Il personaggi­o principale sarà una trans cinquanten­ne che tornerà a far visita alla madre in fin di vita che l’aveva cacciato di casa. Mi ispiro alle vicende di una mia grande amica per affrontare il tema dell’abbandono. Lo girerò tra Los Angeles e il Midwest».

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