Nuovo carcere, missione romana «Il governo sblocchi i fondi»
Kompatscher chiede garanzie: «Non intendo firmare contratti al buio»
BOLZANO
Cresce il pressing su Roma per il nuovo carcere. La prossima settimana il governatore Arno Kompatscher sarà in missione nella capitale e tra gli incontri è previsto anche un faccia a faccia con il sottosegretario all’economia Enrico Morando per sbloccare i fondi. «Si tratta di un semplice provvedimento contabile, non serve nemmeno una legge» dice Kompatscher che fino a che non avrà certezza sui fondi non firmerà il contratto con la Ingenierbüro srl e Jesacher Geologiebüro.
Dall’apertura delle buste sono ormai passati tre anni e la prima pietra non è ancora stata posata. L’areale accanto all’aeroporto è sempre vuoto, l’esatto contrario del carcere che invece è sempre pieno di detenuti. Una struttura fatiscente, difficile da controllare anche perché gli effettivi della polizia penitenziaria in servizio — si legge sul sito del ministero della Giustizia — sono 62 a fronte di una pianta organica di 81. Gli amministrativi invece sono solamente 9, un terzo di quelli previsti dalla pianta organica.
La nuova casa circondariale di Bolzano era stata pensata proprio per creare una struttura più dignitosa, sia per chi è detenuto sia per coloro che debbono sorvegliarlo. La formula scelta — una sorta di project financing — prevede che lo Stato ceda l’immobile del carcere attuale alla Provincia che si impegna a costruire il nuovo penitenziario in project financing. Ovvero il soggetto che costruisce si occuperà anche della gestione del carcere in tutto e per tutto eccetto che per la sorveglianza che rimarrà il core business dello Stato. Una novità assoluta in Italia che però stenta a decollare. Lo Stato aveva già messo a bilancio i fondi che però poi sono stati stornati su un altro capitolo. E, fino a che non ci sarà certezza sul finanziamento, Kompatscher ha assicurato che non firmerà nulla.
«La gara d’appalto è stata vinta da Condotte spa e la conferenza dei servizi ha ultimato il lavoro. Ci sono tutti gli accordi necessari, manca solamente una piccola operazione contabile. Non serve nemmeno una legge, un semplice provvedimento ministeriale basterebbe» spiega Kompatscher. «A questo punto è tutto nelle mani del Mef (Ministero delle Finanze). Già diversi mesi fa ho parlato con il sottosegretario Morando e — chiarisce ancora Kompatscher — mi aveva assicurato che la situazione si sarebbe risolta presto. Solo che non si è ancora mosso nulla».
La caduta del governo Renzi non ha certo agevolato le cose e proprio per questo la settimana prossima Kompatscher scenderà a Roma per cercare di ottenere lo sblocco dei fondi per la nuova casa circondariale. «Fino a che non ci sarà certezza su questo punto non prenderò impegni con la società che, e questo dovranno capirlo anche a Roma, non può certo aspettare in eterno. Finora — conclude il Landeshauptmann — hanno avuto pazienza ma prima o poi potrebbero anche decidere di rivalersi passando alle vie legali».
Un’eventualità questa che, almeno per il momento, i vertici di Condotte non sembrano prendere in considerazione. La società romana non vuole commentare lo stato delle cose ma già nelle scorse settimane i vertici hanno scritto all’Agenzia degli appalti per chiedere che cosa si attendesse per partire. Un segnale, inequivocabile, che la pazienza sta ormai raggiungendo il limite.