Progetti e paesaggi di Germozzi
È stata inaugurata in questi giorni la mostra, la prima del 2017, che la galleria Espace La Stanza di Bolzano ha voluto dedicare a Francesco Germozzi (1892-1985) che fu architetto e per molti anni insegnante di disegno anche a Bolzano. Nel capoluogo altoatesino Germozzi, nativo delle Marche, era arrivato nel 1935 dopo aver vinto un concorso per l’insegnamento del disegno nell’allora Regio istituto Magistrale, poi convertito in Istituto Magistrale Giovanni Pascoli. Le opere esposte all’Espace La Stanza realizzate per lo più tra il 1914 e il 1920 riguardano nella maggior parte progetti architettonici legati alla specifica formazione di Francesco Germozzi che frequentò dal 1911 al 1915 l’Accademia di Belle Arti di Roma, diplomandosi in Architettura che a quel tempo era solo un ramo di studi di Belle Arti e non una facoltà autonoma.
A troncare la potenziale carriera di valente architetto di Francesco Germozzi, come lascerebbero intuire i suoi disegni e pastelli ora in mostra a Bolzano e come ebbe a dichiarare un altro architetto, Roland Veneri chiamato a recensire una prima mostra di Germozzi nel lontano 1984, intervenne la guerra, la prima delle due mondiali che segnarono il secolo scorso e insieme la vita di Germozzi e della sua generazione. Al di là delle ripercussioni personali che i tragici eventi, l’arruolamento nell’esercito, gli anni di guerra e la successiva prigionia, ebbero sulla biografia di Germozzi, il destino, proprio nel significato di impedimento alla realizzazione della professione di architetto, rende incline l’osservatore a leggere piuttosto in chiave artistica i suoi bozzetti e i suoi disegni. Gli edifici, poi non realizzati, rendono il gusto dell’epoca, la precisione del disegno riporta alla tradizione, la monumentalità dei progetti, le evoluzioni della linea e dei colori, la raffinatezza dei particolari esprimono sempre una personalità pittorica di indubbio valore. Le costruzioni in stile Liberty nei bozzetti e nei disegni restano progetti fantastici, legati sì allo stile dell’epoca, ma si lasciano anche interpretare come utopie di bellezza, dove la monumentalità delle proporzioni è sempre mitigata dalla leggerezza della mano di Germozzi, dalla delicatezza delle linee.
Altri lavori giovanili mostrano deliziose scenette, con tratti di stile futurista, che inneggiano alla vita nonostante la guerra vissuta da Germozzi in prima persona e rivelano soprattutto il suo carattere gioviale, la gentilezza innata e l’autoironia. E alcune opere tarde, piccole tele ad olio inserite quasi a margine nel percorso espositivo raccontano l’anima artistica di Germozzi.