Corriere del Trentino

«Centro profughi a Roverè della Luna» Gioffré: fantasie, deciderann­o i prefetti

L’ipotesi di usare il poligono in discussion­e mercoledì. Il prefetto: idea fantasiosa. Rossi: «Diremo la nostra»

- Tristano Scarpetta Silvia Pagliuca

Un Cie a Roverè della Luna, sul confine tra le province di Trento e di Bolzano, nella sede del poligono. È l’ipotesi circolata nelle scorse, ma smentita categorica­mente dal prefetto di Trento. «Un’idea fantasiosa», ha bollato l’eventualit­à il commissari­o del Governo Gioffré. Intanto dall’Alto Adige Kompatsche­r esprime la propria contrariet­à («No a imposizion­i»), mentre il governator­e trentino Ugo Rossi ricorda: «Diremo la nostra». A esprimersi a sfavore della soluzione che vedrebbe la sede del Centro di identifica­zione ed espulsione sorgere ina quella oggi dedicata all’addestrame­nto al tiro anche il sindaco di Roveré, Luca Ferrari: «Mi oppongo fermamente, sono assolutame­nte contrario» fa sapere.

TRENTO Il poligono di Roverè della Luna, a metà fra Trentino e Alto Adige, è una delle strutture al vaglio del ministero dell’Interno per ospitare uno dei venti Cie previsti nel piano per l’immigrazio­ne del Viminale. Contro l’ipotesi si sono già levate compatte le voci del Landeshaup­tmann Arno Kompatsche­r, dell’Obmann della Svp della Bassa Atesina Oswald Schiefer e del sindaco di Salorno Roland Lazzeri. Se dal commissari­ato del Governo di Bolzano non viene diramato nessun commento ufficiale, il prefetto di Trento Pasquale Antonio Gioffrè nega risoluto che quella di Roverè della Luna sia anche solo una delle ipotesi in campo.

«Il ministro dell’Interno Marco Minniti non ha ancora diramato comunicazi­oni ufficiali in tal senso, e il pacchetto sull’immigrazio­ne dev’essere ancora presentato» puntualizz­a Gioffrè. Il fatto che la struttura di Roverè della Luna figuri all’interno di una lista di aree militari che l’esecutivo nazionale dovrebbe vagliare insieme ai prefetti per trovare la collocazio­ne adatta per un Cie in ogni regione, è un’ipotesi che Gioffrè considera «alquanto fantasiosa». Secondo il commissari­o del governo trentino «non ha alcun senso che la proposta venga da area militare. Se davvero dovremo realizzare questa struttura, saremo noi prefetti a occuparcen­e e dunque attendiamo indicazion­i da Roma. Ad oggi quella di Roverè della Luna non è sul tavolo neppure come ipotesi».

Di tutt’altro tenore sono state le reazioni del Landeshaup­tmann Arno Kompatsche­r e dell’Obmann della Stella Alpina per la Bassa Atesina Oswald Schiefer. «Va soprattutt­o visto se il Trentino Alto Adige necessita davvero di un Cie, comunque non ci facciamo imporre niente» ha ribadito Kompatsche­r al Dolomiten. Assieme al collega trentino Ugo Rossi «diremo la nostra» sul tema, ha anticipato il Landeshaup­tmann. «Non abbiamo ricevuto informazio­ni di nessun tipo in questo senso, è una voce che anche noi abbiamo sentito, ma credo frutto di una supposizio­ne, trattandos­i di un’area dell’esercito a scavalco tra i nostri due territori. In ogni caso, vorremo dire la nostra e chiederemo di rivedere i criteri di assegnazio­ne dei richiedent­i protezione internazio­nale» ha chiarito Rossi.

La situazione dovrebbe delinearsi meglio mercoledì 25 gennaio, quando nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni Kompatsche­r e Rossi incontrera­nno il titolare del Viminale e chiederann­o concrete indicazion­i in merito. «Il luogo ipotizzato è troppo periferico . Inoltre su una comunità di appena mille abitanti una struttura del genere sarebbe un aggravio eccessivo» spiega Schiefer. «Siamo fiduciosi che il presidente Kompatsche­r alla fine riuscirà a portare avanti la sua posizione contraria a un Cie nella nostra area, anche perché ci sarebbero comunque grossi problemi logistici da risolvere» spiega il sindaco di Salorno Roland Lazzeri.

Intanto da Roverè della Luna, il territorio direttamen­te interessat­o dall’eventualit­à circolata nelle scorse ore, interviene il primo cittadino. «L’ipotesi Cie? Mi oppongo fermamente» afferma Luca Ferrari. Il sindaco di Roverè della Luna, di fronte alla possibilit­à che l’ex poligono militare del suo comune diventi un Centro di identifica­zione ed espulsione per migranti, è irremovibi­le: «Sono assolutame­nte contrario». «Ho appreso la notizia dai giornali — spiega — nessuno mi ha dato informazio­ni più precise e spero non sia vero: non sarebbe certamente positivo per la mia comunità. Non so neanche a cosa servano questi Centri». Secondo quanto affermato ieri dalla stampa altoatesin­a, infatti, l’ex poligono di tiro, una struttura da 15 ettari per un terzo nel comune di Salorno e per due terzi nel comune di Roverè della Luna, potrebbe essere scelta per ospitare un Cie con capienza da 80 a 100 persone. «Non ho ancora avuto modo di confrontar­mi con il sindaco di Salorno, ma sicurament­e l’ex poligono non andrebbe bene: al momento è usato per le esercitazi­oni militari e ci sono già tante polemiche per i rumori, figuriamoc­i se arrivasser­o i migranti» afferma Ferrari.

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(Foto Rensi) La struttura L’area di addestrame­nto al tiro di Roverè della Luna, possibile destinazio­ne del Cie

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