Processo Quici alle battute finali Il perito: soccorsi, nessun ritardo
La deposizione del medico della difesa. La sentenza è attesa tra un mese
BOLZANO «Il complesso delle lesioni riportate da Heuschreck non si adatta ad un’ipotesi di omicidio, ed inoltre è azzardato anche ipotizzare un presunto ritardo nei soccorsi». Questa, in sintesi, la deposizione del professor Domenico De Leo, ordinario di medicina legale all’Università di Verona, perito della difesa al processo a carico di Ester Quici, accusata di omicidio volontario per aver lasciato morire dissanguato il suo convivente Alessandro Heuschreck, 50 anni, bolzanino, al termine di un litigio la sera del 21 marzo di un anno fa in un appartamento di Corso Libertà.
Con la deposizione del perito della difesa si è conclusa, in Corte d’Assise, l’audizione di tutti i testimoni ed ora il processo si avvia dunque alla fase conclusiva: nella prossima udienza, il 20 febbraio, si terranno la requisitoria del pm Daniela Pol e le arringhe degli avvocati difensori, Beniamino Migliucci ed Enrico Lofoco, poi arriverà la sentenza del giudice Carlo Busato, che presiede la corte. Ieri il professor De Leo, esperto di medicina legale, ha risposto alle domande di accusa e difesa, illustrando la sua analisi tecnica delle ferite riportate da Heuschreck, che l’uomo si sarebbe inferto da solo: «Il complesso delle lesioni — ha spiegato il perito — non si adatta ad un’ipotesi di omicidio, perché sarebbe un evento atipico e incoerente con i dati presenti in letteratura. Non ci sono quindi elementi che assumono il rango di prova scientifica oggettiva per poter parlare di omicidio, ma solo delle ipotesi ricostruttive e interpretative che non giustificano la definizione di una responsabilità da parte dell’imputata. Non solo, ma è anche avventato affermare che Ester Quici possa avere ritardato i soccorsi: anzitutto non si conoscono i tempi della vicenda, quindi né quando sia iniziato il contrasto verbale, con Heuschrek che oltretutto palesava una volontà autosoppressiva, né quando egli abbia perso i sensi».
Al riguardo, il perito ha affermato che una persona perde i sensi dopo aver perso il 40% del suo sangue. Considerando che all’arrivo dei soccorsi Heuschrek sarebbe stato quasi completamente dissanguato, si potrebbe teoricamente desumere che l’imputata possa avere perso tempo prima di chiamare i soccorsi (dal momento della perdita di sensi dell’uomo in poi), ma questa interpretazione viene smentita dallo stesso De Leo: «È decisamente avventato affermare che Ester Quici possa avere ritardato i soccorsi: anzitutto non si conoscono i tempi della vicenda, quindi né quando sia iniziato il contrasto né quando Heuschrek abbia perso i sensi. Mancando il dato relativo ai tempi, non si può quindi nemmeno parlare di presunti ritardi. Inoltre la sopravvivenza, in caso di dissanguamento, è di pochi minuti. L’imputata non è esperta di diagnostica, nemmeno a livello sommario, e quindi non poteva avere l’esatta percezione di quando Heuschrek si trovasse in fin di vita. Inoltre, quando sono arrivati i soccorsi, Heuschreck non era comunque morto da molto tempo, quindi è avventato parlare di ritardo». Queste considerazioni sono importanti visto che Ester Quici è sotto processo per omicidio volontario sia con l’ipotesi di aver direttamente contribuito all’omicidio, attraverso alcune coltellate, sia per aver atteso che morisse dissanguato, dando l’allarme in ritardo. Il professor De Leo ha sostenuto che tutte le ferite sul corpo della vittima sono compatibili con l’ipotesi dei colpi autoinferti. Ieri, tra i testimoni, un conoscente della vittima aveva inoltre confermato le sue tendenze autolesionistiche.