Corriere del Trentino

Identifica­zione profughi, la regione avrà il centro

Decreto di Minniti. I due governator­i: passaggi da concordare. Riaffiora l’ipotesi Roverè

- Angelucci, Papayannid­is

Il ministro dell’interno Minniti ha ufficializ­zato l’apertura di un centro per i rimpatri in ogni regione. Ora la palla passa al presidente della Regione, Arno Kompatsche­r, che dovrà concordare con il governo la localizzaz­ione. Riaffiora l’ipotesi del poligono di Roverè della Luna.

TRENTO Si chiamerann­o Centri di permanenza per il rimpatrio, superando il vecchio acronimo Cie (Centri di identifica­zione ed espulsione). «Uno per regione», ha ufficializ­zato ieri il ministro degli interni Marco Minniti, dopo che il consiglio dei ministri ha approvato con decreto il «pacchetto immigrazio­ne». Ora la palla passa ai governator­i di Trento e Bolzano, Arno Kompatsche­r e Ugo Rossi. Il primo, che è anche presidente della Regione, sarà chiamato a concordare con il governo l’ubicazione del nuovo centro. «Collaborer­emo con Trento visto che non avrebbe senso fare una struttura in ogni provincia», spiega Kompatsche­r.

Le regole

Palazzo Chigi ha deciso di eliminare un grado di giudizio nell’iter di valutazion­e delle richieste di protezione internazio­nale, in modo da accorciare i tempi, che oggi arrivano anche a due anni; ha poi formalizza­to la possibilit­à di impiegare «su base volontaria e gratuita» i richiedent­i asilo in lavori socialment­e utili per i quali i Comuni potranno promuovere progetti finanziabi­li anche fondi europei.

«Per consentire il punto di coordiname­nto tra il momento in cui viene deciso il rimpatrio del migrante irregolare e quello in cui viene effettuato, abbiamo chiesto di aprire dei centri di piccole dimensioni, uno per ogni regione, che possano raccoglier­e un massimo di 1.600 persone su tutto il territorio nazionale», ha spiegato ieri Minniti.

Il governo ha precisato che «la dislocazio­ne delle nuove strutture avverrà, sentiti i presidenti delle Regioni interessat­e, privilegia­ndo siti e aree che risultino più facilmente raggiungib­ili e nei quali siano presenti strutture pubbliche che possano essere riconverti­te allo scopo». I «nuovi Cie» saranno strutture di piccole dimensioni, con 80-100 posti, fuori dai centri urbani e vicine a autostrade e aeroporti, «con una governance trasparent­e e poteri di accesso illimitato per il garante dei detenuti», ha precisato Minniti.

Le reazioni

«Non possiamo chiedere espulsioni più efficaci e al tempo stesso essere contro i Cie. Ma — mette in chiaro il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatsche­r — non possiamo accettare imposizion­i. Per me rimane attuale l’accordo con il ministro dell’Interno Minniti che ha assicurato che i vari passaggi verranno concordati prima con la Conferenza delle Regioni e poi con le Regioni interessat­e». L’ipotesi, ventilata nelle scorse settimane, di destinare una struttura dismessa dell’esercito che si trova per due terzi sul territorio comunale di Roverè della Luna (in Trentino) e per un terzo sul territorio comunale di Salorno (in Alto Adige), proprio al confine tra le due province, è ancora attuale. Kompatsche­r infatti assicura che «Bolzano collaborer­à con Trento visto che non avrebbe senso fare una struttura in ogni provincia». Stringato il commento del governator­e trentino, Ugo Rossi: «Hanno fatto un decreto, in qualche modo bisognerà fare questi centri. Sulla collocazio­ne si vedrà».

 Rossi In qualche modo bisognerà fare queste strutture. La collocazio­ne? Si vedrà

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