Corriere del Trentino

Protontera­pia, Mantovani lascia

Il gruppo veneto conferma: cederemo le quote. Il pacchetto azionario piace all’estero

- Roat

Il gruppo veneto Mantovani lascia il centro di protontera­pia di Trento. «Non c’è ancora nulla in atto — frena l’azienda — il piano industrial­e prevede la cessione degli asset ospedalier­i e in questo senso anche protontera­pia. Ma non si tratta di una questione immediata». «Non ci saranno ripercussi­oni» assicura l’assessore Zeni.

TRENTO Il gruppo veneto Mantovani lascerà Trento. Il centro di protontera­pia di Trento, la struttura all’avanguardi­a dedicata alla cura dei tumori che aggredisco­no gli organi vitali e quelli infantili, rientra infatti nel piano industrial­e di cessione degli asset ospedalier­i deciso dal gruppo veneto. L’operazione di dismission­i delle quote è solo nella sua fase alborale, difficile ipotizzare chi potrebbe rilevare un pacchetto che vale alcuni milioni di euro.

È di giovedì la notizia della vendita della quote del project dell’ospedale di Thiene-Santorso a EquitixIta­lia 3 srl, una società controllat­a dal fondo di investimen­to inglese Equitix Fund III, siglando di fatto l’uscita totale di Mantovani dalla compagine che ha costruito e gestisce l’ospedale in Veneto. Poi dovrebbe toccare all’ospedale Angelo di Mestre e a Trento. Prima di Thiene la società ha venduto anche le quote della Brescia Padova.

L’operazione di Thiene rappresent­a un’ulteriore tappa nel percorso di cessione degli asset deciso dall’azienda per rientrare dall’esposizion­e nei confronti degli istituti di credito. La profonda crisi economica del gruppo Mantovani, dopo lo scandalo Mose, è nota a tutti. L’azienda, dopo i contraccol­pi dell’inchiesta e delle crisi, ha deciso di cedere i rami ritenuti non strategici e concentrar­si sulle commesse. Il piano è già iniziato, Trento è uno dei tasselli. «Il piano industrial­e prevede la cessione degli asset — fa sapere la società — e in questo senso anche protontera­pia di Trento, ma non si tratta di una questione immediata». La partita è aperta. E ci sarebbero alcuni operatori internazio­nali interessat­i al pacchetto di Mantovani, forse la stessa EquitixIta­lia, che ha acquisito le quote di Santorso, potrebbe guardare anche a protontera­pia? La domanda sorge spontanea, visto che il centro è uno dei più importanti e moderni, costato 114 milioni di euro; a gennaio le cure con i protoni sono state inserite nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e quindi la struttura andrà a pieno regime. Ma in questo momento è difficile ipotizzare chi e quando prenderà il posto di Mantovani, la partita è interessan­te e le quote in gioco sono di alcuni milioni di euro.

L’impresa di costruzion­i Mantovani fa parte dell’Ati guidata dalla belga Iba, che ha realizzato l’opera (l’importo dei lavori effettuati dal gruppo veneto ammonta a 48,8 milioni) e ha in carico la gestione e la manutenzio­ne del centro per i prossimi 15 anni. La paventata fuoriuscit­a del gruppo veneto non dovrebbe aver ripercussi­oni sul centro trentino. Ne è convinto l’assessore provincial­e alla sanità Luca Zeni: «La società si occupa della manutenzio­ne annuale del centro non dei macchinari, non ci saranno ripercussi­oni. Credo che Mantovani stia lavorando per far subentrare un’altra società che sicurament­e sarà altrettant­o valida. È Iba, comunque, che si occupa dei macchinari».

Si parla della manutenzio­ne della struttura, porte, sedie, pulizie interne ed esterne, insomma tutte quelle opere di gestione dell’edificio di via al Desert. «Conosciamo le difficoltà di questo momento di Mantovani — spiega il direttore dell’unità operativa di protontera­pia Maurizio Amichetti — ma nonostante questo dobbiamo dire che il servizio è sempre stato mantenuto al massimo. Bisognerà capire chi subentrerà; c’è un contratto solidissim­o non credo ci saranno problemi nel passaggio». Il centro è completo, a breve entrerà a regime, resta aperto il progetto di sviluppare il laboratori­o dal punto di vista tecnologic­o. «L’obiettivo è migliorare» dice Amichetti.

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Salute Uno dei macchinari usati nel centro di protontera­pia di Trento , struttura all’avanguardi­a per la cura dei tumori

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