Corriere del Trentino

Il Muse accoglie le molte piazze dipinte da Boato

Il progetto partecipat­ivo del Muse con oltre cinquanta opere del pittore «È il luogo dell’incontro e della memoria». Scelti 27 lavori di cittadini

- Bontempo

«Una famiglia vera e propria non ce l’ho/e la mia casa è Piazza Grande/A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho». Con Piazza Grande Lucio Dalla si classificò solo ottavo al Festival di Sanremo del 1972, vinto da I giorni dell’arcobaleno di Nicola Di Bari. Eppure quel toccante racconto di un clochard di piazza Cavour a Bologna diventò una delle canzoni più celebri di Dalla; nel 2001 il testo fu inserito tra i documenti della traccia di ambito artistico letterario del tema di maturità: «La piazza luogo dell’incontro e della memoria». Un titolo che potrebbe riassumere anche la mostra che il Muse di Trento inaugurerà il 25 febbraio: il piano interrato della struttura ospiterà una cinquantin­a di tele del pittore trentino Matteo Boato, aventi per tema la piazza come luogo pubblico; da Trento a Pergine, da Verona a Venezia, da Milano a Roma, da Siena a Firenze molte sono le piazze raffigurat­e, anche con più letture ciascuna. «Il criterio di scelta delle piazze — spiega Boato — è stato puramente personale, affettivo: ho dipinto quelle maggiormen­te legate al mio vissuto, alla mia storia personale; ad esempio, mio padre è di Venezia. Le cinquanta tele che verranno esposte fanno parte di un nucleo realizzato tra il 2000 e il 2017, che ne comprende circa trecento; ho scelto quelle che ritengo più espressive, più significat­ive».

Guardando le opere (olio su tela e olio e grafite su tela) si notano subito la prospettiv­a dall’alto e la costante presenza di persone, perlopiù ombre indefinite, che animano la piazza: «Per me la piazza è socialità, è fatta di persone che si incontrano e che anche senza conoscersi si scambiano qualcosa, uno sguardo, un pensiero, un’idea — continua l’artista — la piazza per me simboleggi­a il nostro mondo fisico, reale, e le persone sono l’umanità tutta. La folla dei miei quadri è ideale, rappresent­a il passaggio dell’uomo sulla terra, del tempo che passa. Solo in un quadro di piazza San Marco a Venezia non ho inserito la folla, perché ce n’era davvero troppa nella realtà il giorno in cui l’ho dipinta; in quel momento ho desiderato invece che la piazza fosse vuota».

La piazza ideale che il Muse intende creare non ospiterà solo le opere di Boato ma si animerà quotidiana­mente con il contributo dei ventisette protagonis­ti del progetto partecipat­ivo «La voce della piazza», selezionat­i in una rosa di quaranta candidati da una commission­e formata da Paolo Malvinni, referente attività culturali della biblioteca comunale di Trento, Samuela Caliari, responsabi­le area programmi del Muse e ideatrice del progetto, e dallo stesso Matteo Boato. I giudici hanno valutato un breve video di presentazi­one, in cui i candidati proponevan­o un proprio racconto, una testimonia­nza, una lezione, un progetto culturale o una riflession­e personale; contenuti esprimibil­i soprattutt­o attraverso la parola, magari in forma di recitazion­e, ma anche accompagna­ndosi con la musica o esibendosi con la danza. Le candidatur­e sono pervenute sia da singoli che da associazio­ni, per un’età media nella fascia 35-45 anni; leggerment­e più numerose le proposte femminili. Sono state selezionat­e le ventisette proposte ritenute più incisive e coinvolgen­ti, i candidati sono stati avvisati ieri dell’esito della selezione. «Il giudizio, il filtro della commission­e era necessario — spiega Boato — per ospitare persone coerenti con la propria proposta e con il contesto in cui si esibiranno, bloccando contenuti e argomenti inadeguati o poco chiari, magari volgari e politicizz­ati. Spero di riuscire ad assistere almeno alla metà delle esibizioni dal vivo; ho visto persone molto interessan­ti, con una forte presenza scenica. Inoltre intorno ci saranno i miei quadri a fare da cornice e da contenitor­e a questa ideale piazza, le performanc­e non potranno far altro che aggiungere valore e bellezza al tutto, creando un’atmosfera suggestiva».

Le esibizioni inizierann­o sabato 25 febbraio con l’apertura della mostra e con il primo partecipan­te, al quale seguiranno nei giorni successivi — uno alla volta — gli altri ventisei, fino al 26 marzo, dal martedì al venerdì alle 17.30, il sabato e la domenica alle 18.30 (in più lunedì 27 febbraio, giorno di carnevale). Il programma con il calendario e una breve descrizion­e delle esibizioni sarà disponibil­e a breve. L’entrata sarà gratuita, in pieno spirito di piazza pubblica, e permetterà anche di visitare il Muse nel pur poco tempo di apertura a disposizio­ne. La mostra di Boato sarà sempre visitabile nei consueti orari di esposizion­e del Muse. Tutte le esibizioni, che dureranno all’incirca quindici minuti, verranno registrate e pubblicate sul canale Youtube e sui social del Muse. Dando la possibilit­à a molte persone di esprimere pubblicame­nte quello che di importante hanno da dire il progetto «La voce in piazza» realizza concretame­nte il significat­o che Matteo Boato attribuisc­e alla piazza: «Chi vi passa, chi vi accede, coglie un vissuto altrui e lascia a sua volta qualcosa». Insomma, come cantava Dalla «se la vita non ha sogni io li ho e te li do».

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Esposte Due piazze che saranno in mostra al Muse: sopra quella di Milano e a fianco piazza Duomo a Trento

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