La rinascita di oculistica è nei numeri Quasi dimezzata la mobilità passiva
TRENTO Quattro anni fa erano quasi diecimila i pazienti trentini costretti ad andare fuori provincia per trattare patologie oculistiche, con conseguenti disagi privati e inefficienze di sistema. La mobilità passiva di oculistica, infatti, pesava sull’Azienda sanitaria provinciale per circa 3,128 milioni di euro. Una cifra che nel 2015 è scesa a 1,828 milioni, considerando sia i ricoveri che i trattamenti ambulatoriali. «È un risultato di cui siamo molto orgogliosi che rende oculistica una vera e propria eccellenza della sanità pubblica trentina» commenta il direttore generale dell’Apss, Paolo Bordon, che già indica questo settore come «esemplare» rispetto ai più ampi cambiamenti che stanno interessando l’Azienda sanitaria. Ma il merito della best practice va in particolare alla riorganizzazione dell’Unità operativa multizonale di cui da maggio 2014 si occupa la dottoressa Federica Romanelli: «La mobilità passiva — ha spiegato — era legata soprattutto agli interventi di chirurgia vitreo-retinica che abbiamo potenziato arrivando a eseguire circa 500 interventi l’anno». Dallo scorso novembre, inoltre, si sono aggiunti interventi sulle vie lacrimali, anch’essi molto richiesti, e sono stati potenziati gli ambulatori per il glaucoma, le patologie corneali, le infiammazioni, gli strabismi e le patologie palpebrali con i rispettivi servizi chirurgici. «Il tutto — precisa Romanelli — a parità di organico: 17 professionisti che si dividono tra le sedi di Trento e Rovereto e le strutture distrettuali». «Organico che, se necessario, sarà potenziato» promette Bordon. Al momento, infatti, il maggiore investimento economico è stato fatto in tecnologie, con circa 600.000 euro investiti in macchinari di ultimo livello; 250.000 euro, invece, sono stati utilizzati per sistemare gli ambulatori e gli studi medici dell’ospedale di Rovereto, mentre bisognerà attendere il 2018 per vedere il completamento dei lavori di ristrutturazione dedicati alle aree di oculistica, otorino e relative degenze, con un investimento da 5 milioni di euro. La riorganizzazione, inoltre, ha previsto il potenziamento dell’ambulatorio dedicato alla maculopatia — servizio stabilito di comune accordo con le Associazioni dei pazienti affetti da tale patologia — disponibile ora sia a Rovereto sia al Santa Chiara di Trento, con un accesso prioritario che permette di evitare ritardi. E una stretta sui tempi di attesa si è avuta anche per la cataratta che viene eseguita entro un mese dalla richiesta in regime ambulatoriale o in day surgery sia a Rovereto che ad Arco che a Villa Igea. Quest’ultima, nel 2013 eseguiva 2.487 prestazioni, ora ne fa registrare 3.791. Più in generale, in tutta la provincia, si è passati dalle 48.254 prestazioni oculistiche del 2014 alle oltre 58.000 del 2015. Ma l’obiettivo dell’Unità operativa multizonale è anche far sì che anche il rapporto tra medici di base e specialisti, così come quello tra poli centrali e sedi territoriali, sia reso più efficiente. Perciò, via a incontri periodici e momenti congiunti di formazione. Infine, sono stati potenziati i servizi di prevenzione e riabilitazione in età pediatrica, è stato attivato un servizio dedicato alle complicanze oculari del diabete ed è stata riorganizzata l’attività di pronto soccorso, con la presenza costante di uno specialista.