Autobus, la Sad «bocciata» non ci sta Esposto in Procura contro la Provincia
Vettori: «Dipendenti Sasa invitati a dire sì al referendum, si valuti il voto di scambio» Pagani incredulo: «Concessione in house corretta, contro di noi accuse senza senso»
BOLZANO Finirà in tribunale la mancata accettazione, da parte della Provincia, della proposta di Public private partnership che era stata avanzata dalla Sad per l’affidamento del servizio di trasporto extraurbano per 15 anni. La Sad annuncia infatti, per i prossimi giorni, la presentazione di un esposto in Procura nel quale si ipotizza un voto di scambio per l’assegnazione dei servizi in house, quindi a vantaggio della controllata Sasa.
L’avvocato Mariano Vettori, direttore generale della Sad, osserva: «Nell’esposto chiediamo ai giudici di valutare se il comportamento dell’amministrazione sia stato lineare, limpido, logico oppure no. E se esso sia stato, soprattutto, economicamente sensato, visto che a noi questo non risulta». Entrando nel merito dell’esposto, Vettori spiega: «C’è una lettera, scritta da alcuni dipendenti della Sasa ed indirizzata ai vertici della Provincia, a partiti e sindacati, in cui dichiarano che un delegato sindacale avrebbe invitato il personale dell’azienda a votare sì al referendum costituzionale, in cambio della promessa di affidamento in house del servizio di trasporto alla stessa Sasa. Noi non vogliamo accusare nessuno — aggiunge Vettori — ma questa lettera rischia di scoprire una realtà inconfessabile che, se fosse vera, sarebbe gravissima. Se i giudici dovessero ritenere questa ipotesi infondata, allora noi saremmo comunque contenti, ma intanto vogliamo vederci chiaro».
Ma cosa induce i vertici Sad a sospettare addirittura un ipotetico voto di scambio, oltre alla lettera di alcuni dipendenti Sasa che rivelerebbe questa circostanza? Risponde lo stesso Vettori, che individua come potenzialmente sospetta la tempistica della concessione: «Non è concepibile che un anno e mezzo prima della scadenza — afferma Vettori — la Provincia si affretti a dare alla Sasa il servizio in house, e guarda caso questo avviene appena cinque giorni prima del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016». Vettori ricorda che il 29 novembre la giunta presieduta da Arno Kompatscher aveva dato il via libera al regolamento di esecuzione della legge provinciale sulla mobilità pubblica, annunciando che il servizio di trasporto urbano a Bolzano, Merano e Laives, fornito dalla Sasa, sarà affidato ad una società in house.
Il direttore della Sad aggiunge: «Anche dal punto di vista tecnico ed amministrativo, l’affidamento in house è un errore, perché le linee di trasporto in questione non interessano solo i Comuni di Bolzano, Merano e Laives, ma anche delle linee che riguardano Terlano, Meltina, Lana , Parcines. Per non parlare dell’aspetto economico, poco conveniente per le casse pubbliche».
A distanza, informato dell’esposto, il presidente della Sasa Stefano Pagani replica: «Preferirei non commentare le vicende di altre aziende, ma concentrarmi sui risultati ottenuti da Sasa con coerenza e fatica. Siamo un’azienda seria, concentrata sulla qualità del servizio, e non ci permetteremmo mai di suggerire ai nostri dipendenti che cosa votare ad un referendum. Ma stiamo scherzando? Non capisco nemmeno il senso di queste accuse: quando si tira in ballo la politica, in contesti in cui non c’entra nulla, allora evidentemente siamo arrivati alla frutta e non ci sono altre argomentazioni valide. Comunque — conclude Pagani — io voglio solo pensare alla Sasa e non voglio prestare attenzione a queste ipotesi che mi sembrano solo delle fantasie».