Cavit, cordata per la cantina «La Versa»
Ravina in cordata con «Terre d’Oltrepo». L’asta in programma per lunedì
Cavit parteciperà all’asta per l’assegnazione della Cantina «La Versa», realtà spumantistica dell’Oltrepo Pavese, fallita nei mesi scorsi. Il consorzio di Ravina sarà in cordata con la cantina «Terre d’Oltrepo». La gara è in programma per lunedì.
TRENTO Cavit parteciperà all’asta per l’assegnazione della Cantina «La Versa», realtà spumantistica dell’Oltrepo Pavese, finita in fallimento nei mesi scorsi. Il consorzio di Ravina sarà in cordata con la cantina «Terre d’Oltrepo». In gara, oltre alla cordata di Cavit, c’è pure cantina veronese di Soave. Entro oggi devono presentarsi eventuali altri concorrenti, lunedì è in programma la gara.
Il «complesso dei beni organizzati per la produzione di vini e spumanti, composto da immobili ubicati nel Comune di Santa Maria della Versa, beni strumentali, autorizzazioni, brevetti, giacenze, lista clienti e fornitori, marchi e certificazioni, magazzino semilavorati e sfusi» viene messo all’asta dal Tribunale di Pavia. Il prezzo base è di 5,6 milioni di euro, ma il primo tentativo di asta è andato deserto.
Nelle scorse settimane la cantina di Soave è entrata in campo con un’offerta pari a 4,15 milioni di euro. Cavit, tramite il direttore Enrico Zanoni, aveva però fatto capire che poteva essere interessata alla partita. Il direttore non conferma i numeri che circolavano nei giorni scorsi, vale a dire che la cordata avrebbe visto Cavit al 30% e «Terre» al 70%, e nemmeno che l’offerta che si contrappone a quella di Soave è pari a 4,5 milioni di euro, ma la partecipazione è sicura. «L’impegno in termini percentuali può variare, non è così rigido — afferma infatti Zanoni —; dall’altra parte poi il prezzo non è possibile saperlo adesso, dato che si tratterà di una gara al rialzo».
Perché «La Versa» interessa al colosso vitivinicolo di Ravina? «È una realtà storica, un marchio che è stato colpito da vicissitudini non bellissime, ma che gode comunque di una buona reputazione nel mondo della spumantistica» spiega il direttore di Cavit. Il partner di «Terre d’Oltrepo», nel recente passato, ha avuto qualche guaio giudiziario, culminato con un’inchiesta su vino contraffatto. «L’inchiesta non è ancora chiusa — ricorda Zanoni — e comunque i vertici di Terre d’Oltrepo hanno avuto un totale ricambio».
Le ombre del passato però sono sembrate tornare quando, testimoniano le cronache a Pavia, ha cominciato a circolare la voce che a «La Versa» fosse interessata pure una terza cordata, un gruppo di immobiliaristi milanesi, guidati dall’ex direttore di «Terre», Livio Cagnoni. Entro oggi alle 17. comunque, se questa opzione avrà un fondamento, al tavolo del curatore Luigi Spagnolo dovrà pervenire anche quest’ulteriore offerta. Il vincitore si conoscerà dopo la procedura di lunedì alle 14, quando l’asta su piattaforma telematica sarà monitorata dal tribunale di Pavia.
Come riportato sul Corriere del Trentino del 15 gennaio Zanoni affrontava il tema «La Versa» su Mille Bolle Blog di Franco Ziliani. Veniva definito «non congruo» il valore della base d’asta per aggiudicarsi La Versa e l’offerta di Soave avrebbe un po’ sparigliato le carte. Resta da parte del tandem, che poi si è capito formato da «Terre» e Cavit, la volontà «di impegnarsi a valore del territorio dell’Oltrepo Pavese» e di «fare quello che è giusto fare per valorizzare quella bellissima terra da vino».
In passato Cavit ha chiuso con profitto un’operazione simile acquisendo uno «spumantificio» tedesco, il marchio Kessler.
Il direttore Zanoni «È una realtà storica, con buona reputazione nel mondo della spumantistica»