Val di Non
Radio clandestina, proprietario indagato «Frequenze rubate»
TRENTO La sua passione per la radio, il web e la musica lo hanno «tradito». Ha peccato di ingenuità, o forse più semplicemente voleva realizzare il suo sogno di aprire una nuova emittente radio senza dover incorrere in troppi oneri. Così ha preso in prestito il nome da una trasmissione dedicata al rock, punk e glam, di un’altra emittente, «Revolver», nonché il nome di una radio estera molto gettonata, e ha avviato la sua nuova attività. Peccato che era abusiva.
Per un paio d’anni è andato tutto bene, l’imprenditore in erba, un quarantaduenne della val di Non, ha continuato a trasmettere 24 ore su 24 le canzoni, pezzi che, a quanto pare aveva scaricato in internet, 35.000 canzoni per l’esattezza, che faceva girare notte e giorno, scadenzati da piccoli spot. Si poteva ascoltare solo in val di Non, ma nei due anni di attività, avrebbe avuto anche un discreto successo, almeno fino a ottobre 2016 quando a spegnere la radio ci hanno pensato gli investigatori della polizia postale di Trento, incaricati dalla Procura. I poliziotti hanno messo i sigilli a tutta l’apparecchiatura della radio «clandestina» e ora nel registro degli indagati c’è il proprietario, che è accusato di violazione del codice delle comunicazioni radiolettriche. La pm Maria Colpani ha contestato l’articolo 98 ter del decreto legislativo 259 del 2003, che prevede pene da uno a tre anni, ridotte se l’installazione dei sistemi di radio diffusione riguarda l’ambito, come in questo caso. L’imprenditore, raggiunto nelle scorse settimane da un avviso di conclusioni indagini, potrebbe però schivare il salasso, visto che non c’erano fini di lucro nell’attività abusiva. È chiaro che a qualcuno ha dato più che fastidio, visto che l’imprenditore si sarebbe intrufolato tra una frequenza e l’altra e si sovrapponeva ad altre stazioni legittime, interferendo anche con le frequenze Rai.
Ma facciamo un piccolo passo indietro perché l’indagine della Procura, scattata lo scorso anno, è partita da una segnalazione del ministero delle infrastrutture che era stato allertato per un problema in val di Non. Il segnale Fm risultava disturbato. Dai primi accertamenti alla scoperta della radio «abusiva» il passo è stato breve. Nella zona, infatti, tutti i canali erano occupati, le frequenze erano state tutte assegnate e per legge una persona non può interferire con le frequenze altrui. È quanto avrebbe fatto il quarantenne che si sarebbe sovrapposto ad altre stazioni legittime. In questo modo radio «Revolver» si poteva ascoltare in gran parte della val di Non. Attraverso una triangolazione con il radiogoniometro i poliziotti sono riusciti a localizzare la radio clandestina e ad arrivare all’indirizzo del patron della radio «Revolver» nonesa. L’impianto di trasmissione era semplicemente collegato a un pc sul quale l’uomo aveva scaricato 35.000 canzoni di tutti i generi. Ora l’emittente è chiusa, sotto sequestro, ma sono in corso indagini anche su una radio web, aperta sempre dal quarantenne. In questo caso la differenza la fa il luogo dove si trova il server. L’indagine prosegue.