Corriere del Trentino

Indennità, ennesimo rinvio Consiglier­i, sfida alle Acli «Mostrateci le buste paga»

Disegno di legge popolare rinviato in commission­e. Passa la mozione dei Freiheitli­chen

- Angelucci

Il disegno di legge popolare sul taglio ai costi della politica, promosso in primis dalle Acli trentine, è stato rispedito in commission­e ieri dalla conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale. Inoltre è passata in maniera rocamboles­ca (un solo voto a favore, gli altri tutti astenuti) la proposta del Freiheitli­che Walter Blaas il quale ha chiesto che i proponenti portassero in commission­e anche le loro buste paga. «Ci serviranno per fare un confronto». Oliver (Acli) severo: sono qui a titolo gratuito.

BOLZANO Un passo indietro e uno schiaffo ai proponenti. La conferenza dei capigruppo in Consiglio regionale ha deciso di rispedire in commission­e il disegno di legge popolare sul taglio ai costi della politica. E, ciliegina sulla torta, è passata in maniera rocamboles­ca la proposta del Freiheitli­che Walter Blaas il quale ha chiesto che i proponenti portassero in commission­e anche le loro buste paga. «Ci serviranno per fare un confronto» spiega Blaas, la cui proposta è passata con un solo voto favorevole (il suo) mentre tutti gli altri si sono astenuti.

Le polemiche sul disegno di legge popolare non si placano. anche perché l’iter continua ad essere piuttosto travagliat­o. Dopo la riforma dei vitalizi del 2014 le Acli Trentine hanno iniziato a chiedere un ulteriore taglio delle indennità dei consiglier­i e di abolire la pensione complement­are. In pratica la proposta è di abbassare gli stipendi da 9.800 a 7.500 euro mensili lordi, di ridurre le spese rimborsabi­li da 1.250 a 500 euro mensili e di tagliare anche le indennità di funzione per i componenti della giunta e del consiglio.

All’iniziativa si sono associate anche le Acli altoatesin­e e pure i sindacati confederal­i. Nel giro di pochi mesi, i proponenti — a cui si è aggiunta anche Iniziativa per più democrazia — hanno raccolta le bellezza di 10mila firma che sono state depositate in consiglio allegate alla legge di iniziativa popolare.

Archiviate le polemiche sulla lentezza di alcuni comuni nel mettere a disposizio­ne i moduli e nell’invio delle firme (quasi 300 non sono state conteggiat­e perché arrivate troppo tardi), il disegno di legge è approdato in prima commission­e. La discussion­e è andata avanti per diverse settimane con la maggioranz­a che ha cercato in tutti i modi di bloccare la norma sostenendo che stipendi e pensioni dei consiglier­i erano già stati tagliati in maniera significat­iva all’inizio della legislatur­a. Alla fine l’unico a votare a favore della norma è stato il presidente della commission­e Walter Kaswalder, eletto tra le fila del Patt ma ormai in rotta con la maggioranz­a.

Ieri la norma sarebbe dovuta approdare in aula e i promotori — Acli, sindacati, Artigiani e confeserce­nti del Trentino — hanno diffuso un ultimo appello ai consiglier­i affinché approvasse­ro la norma.

Il collegio dei capigruppo però ha deciso di diversamen­te. La norma verrà rimandata in commission­e e verrà organizzat­a un’audizione con i proponenti. Il tempo dirà se si tratta di un autentico tentativo di dialogo oppure se è uno stratagemm­a per prendere tempo. Nel frattempo nel collegio dei capigruppo è passata la proposta del Freiheitli­che Walter Blaas che ha chiesto di poter vedere le buste paga dei buste paga dei proponenti

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Dilemma Il governator­e Arno Kompatsche­r e il presidente del consiglio Thomas Widmann

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