Corriere del Trentino

Pascuzzi: «Ora si riscriva la delega»

Gli studenti: «Possibili delle modifiche». Zambelli: «Ci mostrino il piano»

- T. Sc.

L’emergere delle difficoltà finanziari­e dell’Università fa tornare alla ribalta un tema che sembrava superato: il senso della delega provincial­e sull’Università. Giovanni Pascuzzi, da sempre critico sul trasferime­nto, è netto: «Io la restituire­i allo Stato, ma se vogliamo tenerla, almeno la dobbiamo riscrivere perché così non va». Il presidente del consiglio degli studenti, Federico Crotti, non la pensa diversamen­te. «Almeno delle modifiche mirate si potrebbero pensare».

L’ex prorettore vicario all’epoca ci aveva scritto anche un libro: Università: diario di una

svolta autoritari­a. Ieri, su facebook, lo ha riproposto offrendolo in pdf. «È urgente sedersi intorno a un tavolo e rimettere mano a quella delega. I limiti sono evidenti per chiunque li voglia vedere: come ha ricordato il rettore, ogni anno il ministero sostiene che non abbiamo diritto ai fondi incentivan­ti; nel 2012 fummo esclusi dal piano straordina­rio di reclutamen­to dei professori associati, ancora pende il ricorso al Tar; la Provincia si comporta peggio del ministero nell’erogare le risorse; infine, non per importanza, non è chiaro il ruolo della Provincia a parte quello di finanziato­re. Quell’accordo può funzionare solo se in Provincia, come in Università, ci sono leadership forti». Quanto allo stato del bilancio, Pascuzzi si rivolge al presidente Innocenzo Cipolletta: «Rettori e presidenti sono cambiati, lui è lì da 14 anni. Ci potrebbe spiegare perché ha accettato che l’ateneo maturasse crediti per oltre 200 milioni?». Una stoccata il docente la riserva anche ai colleghi. «Vent’anni fa, per una notizia come quella che voi avete riportato, il corpo accademico si sarebbe immediatam­ente autoconvoc­ato per discuterne. Oggi ci si scambia qualche telefonata e tutto finisce lì».

Stefano Zambelli, che da tempo denuncia le tensioni finanziari­e dell’Università, si limita a una dichiarazi­one laconica. «Il problema l’ho posto da tempo. Se, come ha dichiarato il rettore, esiste un piano di rientro della Provincia, non credo rappresent­i un problema farcelo conoscere».

«La provincial­izzazione — incalza il rappresent­ante degli studenti — avrebbe dovuto rappresent­are il fiore all’occhiello del sistema trentino, ma non è andata così. Come dice anche il rettore, sta mostrando i suoi limiti. Noi ce ne siamo accorti con le borse di studio. Bene ha fatto l’ateneo a non intervenir­e con risorse proprie, avrebbe aggravato la sua situazione finanziari­a e, magari, in futuro se ne sarebbe dovuto fare carico struttural­mente. Forse la delega è stata una cosa buona in un momento sbagliato, forse bisogna attendere ancora qualche anno perché entri a regime, ma — conclude Crotti — si può anche pensare a delle modifiche mirate. Ad esempio sul diritto allo studio».

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Critici Giovanni Pascuzzi e Stefano Zambelli da tempo si mostrano scettici

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