«Tra Usa e Cina una quiete instabile»
Centro Martino Martini, l’analisi di Rosa: l’interdipendenza non è una garanzia
culla del partito comunista, che nel discorso di apertura del World Economic Forum a Davos si è posto come sommo difensore della globalizzazione: «Il protezionismo è come rinchiudersi in una stanza buia», ha sentenziato.
«Un’affermazione inevitabile, considerando il livello di sviluppo cinese e, soprattutto, le sue future prospettive di crescita — riflette Paolo Rosa, ordinario di scienza politica presso la Scuola di studi internazionali dell’Università di Trento — La crescita cinese va di pari passo con la stabilità internazionale. La Cina lotterà per mantenere la pace mondiale poiché questa è condizione imprescindibile per il suo sviluppo interno». Politica estera e politica interna, infatti, sono legate. Ragione per la quale lo stesso Trump ha battuto molto sulle tematiche internazionali in campagna elettorale. «La capacità di dimostrarsi un leader forte anche in politica estera ha appeal sugli elettori, ma poi governare è un’altra cosa», frena Rosa.
Lo spirito velleitario di Trump, dunque, sarà presumibilmente costretto ad acquietarsi: «Costerebbe troppo agli Stati Uniti rompere con la Cina. Gli interessi in gioco sono tantissimi. Non è un caso