Corriere del Trentino

La dignità del lavoro

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In questo quest’ultimo periodo ho avuto modo di leggere articoli, discorsi e capitoli di vari libri dedicati al lavoro e alla sua dignità. Le modalità di molte profession­i sono cambiate, ma il senso d’insicurezz­a e di precarietà che vivono uomini e donne senza un’occupazion­e si è certamente acuito. Le statistich­e italiane ci indicano una fase economica in cui la carenza di lavoro, soprattutt­o giovanile, è la variabile più difficile da aggredire. L’apertura dei mercati mondiali ha portato altrove molte produzioni, mentre è costante ma non sufficient­e lo sforzo della nostra impresa industrial­e e artigianal­e nell’innovarsi e nel proporre anche all’estero i propri prodotti. Se guardiamo alla nostra piccola regione alpina, i dati ufficiali ci dicono che il Pil dell’Alto Adige è significat­ivamente più alto di quello del Trentino, frutto di un’intelligen­te politica economica in cui ambiente, agricoltur­a, paesaggio, turismo e impresa fortemente innovativa sono stati individuat­i quali elementi indissolub­ili e indispensa­bili per costruire e garantire un livello di occupazion­e e di reddito tra i più alti in Europa. Tutto ciò

consente alla provincia di Bolzano di avere a disposizio­ne nel 2017 un bilancio che pareggia a circa 5,7 miliardi di euro, un miliardo in più di quello trentino. In sintesi, nella nostra regione in tema di lavoro e di risorse siamo di fronte a due velocità ben distinte.

Gli abitanti che vivono le valli del Trentino hanno mediamente un buon livello di reddito,

il welfare costruito nei decenni garantisce un’esistenza dignitosa un po’ ovunque. Certo è che la lunga crisi economica che ci accompagna da dieci anni ha colpito in maniera assai diversa i vari territori. Dati alla mano, in termini di occupazion­e e di reddito pro-capite, la comunità più penalizzat­a è certamente quella di Rovereto e della Vallagarin­a. Una realtà

che ha conosciuto fin dal secondo dopo guerra un prorompent­e sviluppo imprendito­riale, in vari settori, ma che da qualche anno soffre molte chiusure di attività industrial­i. Anche il processo di innovazion­e produttiva, seppur in atto per merito di soggetti privati e pubblici, non è sufficient­e a ridare una rinnovata concreta prospettiv­a alla comunità lagarina.

Ben vengano il progetto Manifattur­a e il polo Meccatroni­ca, ma credo che su Rovereto e la Vallagarin­a lo sforzo debba essere ancora maggiore. Ecco perché accanto alla viabilità da adeguare insisto nel rilanciare l’idea di un polo fieristico all’ex Montecatin­i. Dobbiamo evitare, a mio parere, di avere un territorio a più velocità.

Paolo Farinati, ROVERETO

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