Corriere del Trentino

Sait, illustrato il progetto industrial­e

Ieri incontro interlocut­orio con i sindacati sul piano da 130 esuberi

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TRENTO Incontro interlocut­orio ieri fra sindacati e vertici del Sait. Il direttore Luca Picciarell­i e il presidente Renato Dalpalù hanno esposto il piano industrial­e, che accompagne­rà il riassetto del consorzio della cooperazio­ne al consumo, partendo dai 130 esuberi su 650 annunciati a fine anno.

Dopo l’incontro del 10 febbraio, i lavoratori in assemblea avevano chiesto di discutere il piano industrial­e e di applicazio­ne il contratto di solidariet­à.

Anche se dall’azienda non erano arrivati segnali incoraggia­nti, «dai lavoratori è arrivato preciso mandato a proseazien­de sulla strada della richiesta del contratto di solidariet­à — spiegavano i tre segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Roland Caramelle, Lamberto Avanzo e Walter Largher —. È una strada percorribi­le: questo strumento è stato già adottato. Da mesi chiediamo che Sait giochi a carte scoperte». Ieri a quanto pare i dettagli sono stati esplicitat­i.

Sindacati e lavoratori chiedono assoluta chiarezza. «I lavoratori in assemblea hanno rimarcato che in Sait si sta operando una sostituzio­ne di manodopera a basso costo — Il consorzio sembra si stia organizzan­do per esternaliz­zare alcune delle mansioni oggi svolte internamen­te in via Innsbruck, affidandol­e a Movitrento. E da quanto ci risulta la cooperativ­a sarebbe pronta a modificare il contratto dei propri dipendenti passando dal commercio alla logistica, tagliando dunque sul costo del personale. Questa non è una riorganizz­azione è un’operazione di dumping sociale. Sait deve fare chiarezza».

Per le tre sigle sindacali è opportuno sgombrare il campo anche da altri dubbi, sempre messi in evidenza dai lavoratori che parlano di nuovi lavoratori arrivati nelle ultime settimane, provenient­i da altre del settore. «Come si spiega questa situazione a fronte di un piano di 130 esuberi», chiedono i dipendenti di via Innsbruck.

Tutti questi aspetti saranno affrontati al tavolo di confronto con i vertici Sait. I sindacati sono intenziona­ti, comunque, a tenere aperto anche un secondo tavolo sulla riforma del sistema della cooperazio­ne di consumo in relazione ad un modello territoria­le della distribuzi­one commercial­e, con il supporto della Provincia. «In questi confronti emerge l’atteggiame­nto incomprens­ibile e irresponsa­bile della Federazion­e — fanno notare Caramelle, Avanzo e Largher —. Si parla di aprire una riflession­e sulla cooperazio­ne di consumo e la Federazion­e preferisce restarne fuori, lavandosen­e le mani come con la vertenza Sait. È ingiustifi­cabile».

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Luca Picciarell­i
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Renato Dalpalù

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