Virginia Salzedo, i misteri degli abissi fissati in una foto
La fotografa trentina si è aggiudicata il concorso «World Shootout» «Lo scatto più difficile? Immortalare i girini, sono velocissimi»
«Carpe diem», dicevano i latini. La locuzione ben si addice alle sue fotografie. Basta un attimo per cogliere la bellezza, talvolta nascosta dalle tenebre fangose dei fondali lacustri, dalle alghe scure che celano la vita sott’acqua. «Non serve andare lontano per fare delle belle foto, basta saper guardare con attenzione e un pizzico di sensibilità. Cogliere l’attimo» spiega, sorridendo.
Mamma e moglie a tempo pieno fino a qualche anno fa, ora il suo nome è annoverato tra i grandi della fotografia subacquea. È la storia di Virginia Salzedo, 43 anni, trentina, anche se il cuore la porta spesso nel Salento, terra di suo nonno («Per respirare il profumo del mare» dice). È campionessa italiana di fotografia subacquea nazionale. A settembre ha vinto l’oro in Sardegna a Villasimius, ai quali ha partecipato con l’Associazione Mediterraneo, ora un suo scatto sott’acqua nel mare di Puglia, carico di emozione vera, ha conquistato anche la giuria del concorso internazionale premio «World Shootout» che si è svolto nelle scorse settimane a Düsseldorf, sbaragliando fotografi professionisti e artisti degli ambienti acquatici marini e tropicali, provenienti da tutto il mondo. Con la sua piccola macchina compatta è riuscita a superare anche i confini delle più tecnologiche reflex. Vanitoso e nel contempo dolce. Il cavalluccio marino, intrappolato nello scatto di Virginia, ha uno sguardo penetrante, che rapisce. Aveva già conquistato il podio nella categoria delle macchine fotografiche compatte, poi, però, la giuria ha deciso di inserirlo nella lista di dieci fotografie scelte sia della categoria compatte che delle reflex, e ha vinto aggiudicandosi l’ambita statuetta. Un risultato che neppure lei si aspettava. «Sono stupita anche io, certo non me lo aspettavo, ho partecipato con una macchina fotografica compatta — spiega — ma forse quello che la giuria ha apprezzato di più è il messaggio, il sentimento che trasmetteva la foto».
Subacquea per passione, è passata alla fotografia quasi per caso. Per anni era rimasta lontana dal suo grande amore, le escursioni sott’acqua. Bombole, maschera, pinne e il silenzio del mare. «Lì sotto riesco a provare una sensazione di armonia unica» racconta. Nel 1995 aveva conseguito il primo brevetto subacqueo, poi l’altro grande amore della sua vita, la famiglia, ha assorbito tutte le sue energie per anni. Ma ora i figli sono grandi, il primo ha 14 anni e il secondo 12, così è riuscita a tornare al suo primo amore, seguita sempre dal marito, l’avvocato penalista Filippo Fedrizzi, diventato non solo il suo compagno di vita, ma anche una presenza indispensabile nella sua nuova avventura di fotografa subacquea. Una passione che si sta trasformando in professione e l’ha portata a viaggiare molto all’estero.
«La passione per l’acqua l’ho sempre avuta — racconta ancora Virginia — sono subacquea e insegnavo. Poi ho iniziato ad appassionarmi alla fotografia subacquea, inizialmente solo da autodidatta, leggendo alcuni manuali, successivamente nel 2012 ho frequentato un corso di specializzazione Fipsas con la Bolzano sub, che mi ha avviato alle competizioni». Da qui alle gare il passo è stato breve e ora ha vinto nientemeno che il concorso «World Shootout». «Per me la fotografia è un’arte, fotografo l’acqua in generale, gli ambienti marini, lacustri. Ho fatto delle immersioni sotto il ghiaccio in Alto Adige, poi nel lago di Garda, ma anche a Molveno e nei laghi montani, dove è possibile».
Si è abituati a guardare le immagini di squali e balene, scatti che fermano il tempo nei fondali dei mari tropicali, fotografie che diventano protagoniste della rivista più prestigiosa, il National Geographic, le stesse che hanno partecipato anche al concorso a Düsseldorf , ma per Virginia il mondo sott’acqua non si ferma lì. Virginia ama il Trentino e i suoi laghi. Vuole mostrare al mondo quegli angoli nascosti, forse un po’ dimenticati. Dalla Germania ad Israele, all’Europa, Virginia vuole far conoscere il Trentino e l’Italia. È la sua mission e i suoi scatti rivivono quelle emozioni che ha provato nelle lunghe attese sott’acqua per riuscire a fotografare esserini minuscoli, come i girini. «Sono velocissimi, è difficile immortalarli — spiega — una volta ci sono riuscita, è emozionante. Spesso si pensa che i fondali lacustri siano ambienti cupi, non si capisce cosa c’è la sotto e invece c’è un mondo bellissimo, da scoprire, da vedere, anche i laghi alpini hanno un grande fascino. A Lagolo mi sono immersa per fotografare le ninfee in fiore, ma non da sopra come si è soliti fare, ma da sotto. Mi sono accorta che le foto dei laghi vengono molto apprezzate all’estero». Virginia Salzedo con i suoi scatti ha collaborato anche al progetto alla scoperta della foresta sommersa nel lago di Tovel del Crn Ivalsa di San Michele, che ha effettuato le analisi dendrocronologiche per capire l’origine e la data in cui si è formata.
Ora Virginia ha aggiunto un nuovo successo alla sua neo carriera e per il futuro? «Vorrei continuare, credo sia una grande fortuna al giorno d’oggi avere la possibilità di coltivare una propria passione. Ora sono passata alla reflex, me l’ha regalata mio papà, così posso continuare con il mio amore per l’acqua e la fotografia».